Sindacati, Confindustria, Draghi: inizio confronto sul lavoro

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, durante l'iniziativa "Futura 2021" a Bologna, 26 settembre 2021. ANSA/ TWITTER CGIL NAZIONALE ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++
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Riparte il confronto tra sindacati e governo. In questi giorni, i sindacati sono concentrati sugli investimenti del Pnrr, la fine del blocco dei licenziamenti e sulle riforme imminenti. Ovvero, sulla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, del fisco e delle pensioni.

Oggi a Palazzo Chigi si terrà il primo incontro dopo il Patto per il lavoro e la crescita, lanciato giovedì all’assemblea di Confindustria. E tra i punti “la priorità assoluta è il lavoro per i giovani”, sottolinea il segretario del Pd, Enrico Letta, per i quali andrebbe previsto “un salario di ingresso e una possibilità di primo lavoro che li stabilizzi” contro stage e precarietà. Aperta resta la questione inerente al salario minimo, sostenuta dall’asse Pd-M5s-Leu, dove i sindacati e Confindustria confermano la via della contrattazione. Mentre la Cgil rilancia su una legge sulla rappresentanza. In accordo con il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini (nella foto), i leader di Cisl e Uil: Luigi Sbarra chiede un “confronto strutturale” e Pierpaolo Bombardieri dichiara di essere “pronti e subito” a sedersi al tavolo. “Mi aspetto che domani sera il presidente del Consiglio indichi un calendario preciso” di prossimi incontri, afferma Landini. Per quel che riguarda il fisco, sulla delega ci sono voci di accelerazione, anche se appare improbabile l’arrivo a pochi giorni dalle elezioni amministrative e dalla ripresa del confronto con il sindacato. Martedì 28 settembre arriva in Consiglio dei ministri la Nota di aggiornamento al Def (Nadef) che delinea il quadro della finanza pubblica e certificherà una previsione di crescita per quest’anno intorno al 6%. Resta ancora aperto il capitolo lavoro, oltre la salute e la sicurezza e la prevenzione degli incidenti.

I sindacati e Confindustria sottolineano l’idea secondo cui il salario minimo debba essere definito nei contratti e non per legge: “Abbiamo la stessa posizione, siamo per rafforzare la contrattazione perché garantisce tutti, e l’esempio ci viene da Ita”, dice il presidente degli industriali, Carlo Bonomi. Nei Paesi dove è stato inserito, aggiunge, “la tendenza delle imprese è uscire dalla contrattazione collettiva e questo non è nell’interesse dei lavoratori. Dobbiamo andare a colpire i contratti pirata, che vengono fatti da chi non ha rappresentanza e fanno dumping salariale. Lì dobbiamo lavorare insieme”. Inoltre, Bonomi commenta il Patto, giudicando “positiva la risposta” data dai sindacati, e anche sui partiti, chiedendo che “il gioco delle bandierine non metta a rischio le riforme” che il Paese aspetta da anni. Ed esclude che Confindustria “si candidi a fare un partito”. Sul salario minimo vanno definiti il ruolo dei Ccnl nonché la soglia minima, che potrebbe viaggiare sui 9 euro l’ora: Sbarra ripete che “un salario orario per legge darebbe la stura a moltissime aziende di uscire dai contratti nazionali”. “La direttiva europea ha l’obiettivo di estendere la contrattazione. Per noi il salario minimo è quello dei minimi contrattuali”, dice Bombardieri. Direttiva europea che richiama il commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit: “L’Ue chiede agli Stati membri di aumentare i salari”.