“Sebbene rimangano ancora dei dubbi circa l’efficacia, pur tenendo conto delle diverse controindicazioni, questo risultato afferma l’importanza della ricerca per riuscire a fornire risposte e speranze a pazienti, familiari e caregiver (circa 3 milioni di persone in Italia)”. Così in una nota Airalzh Onlus (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer), in vista della Giornata mondiale dell’Alzheimer (che si celebra ogni anno il 21 settembre), commenta l’approvazione da parte della Food and Drug Administration (FDA) di Aducanumab, il farmaco messo a punto dall’azienda farmaceutica Biogen Inc.. Si tratta del primo trattamento che si rivolge in modo specifico al processo degenerativo della malattia e non si limita soltanto ad ‘aggredire’ i sintomi della demenza. L’Aducanumab, infatti, sembra essere in grado di rallentare il declino cognitivo: “Un importante passo in avanti verso la messa a punto di trattamenti terapeutici- prosegue Airalzh Onlus- che mirano ad interrompere la progressione della malattia”. Secondo l’Associazione, che dal 2014 promuove a livello nazionale la ricerca medico-scientifica sulla malattia di Alzheimer e altre forme di demenza, emerge quindi “l’importanza di sostenere la ricerca, soprattutto quella rivolta alla diagnosi precoce, sulla quale si sono sempre concentrate le ricerche di Airalzh Onlus”, fa sapere l’Associazione, i cui principali sono quelli di “concorrere all’identificazione dei fattori di rischio, al miglioramento delle tecniche per l’individuazione della malattia di Alzheimer nelle sue prime fasi e all’individuazione di nuovi bersagli per interventi terapeutici, con lo scopo di innalzare i livelli di cura, migliorare la qualità della vita dei pazienti e, infine, sensibilizzare l’opinione pubblica su questa malattia”.Per questo Airalzh Onlus ogni anno si impegna nella ricerca, con l’assegnazione a giovani ricercatori e ricercatrici di ‘Airalzh Grants for Young Researchers’ (AGYR), fondi che permettono di sviluppare e potenziare carriere indipendenti. Gli ultimi Grant assegnati (AGYR 2020) si sono focalizzati sull’identificazione delle fasi precoci della malattia di Alzheimer: “I sintomi di questa patologia, che coinvolge più di 600mila persone in Italia- fa sapere l’Associazione- compaiono quando il quadro è già compromesso e i trial clinici hanno dimostrato che i farmaci possono ottenere risultati meno favorevoli quando la malattia è già in fase conclamata”. A distanza di sei mesi da quando sono stati annunciati i vincitori del Bando ‘AGYR 2020′, il progetto del dottor Alberto Benussi, operativo presso la Clinica Neurologica degli Spedali Civili’ di Brescia, è quello che “sta ottenendo risultati più concreti”. Benussi ha pubblicato su ‘Brain Stimulation’ uno studio multicentrico che ha analizzato i risultati di un test non invasivo (la Stimolazione Magnetica Transcranica) su 160 soggetti con lieve deficit cognitivo. Lo studio ha dimostrato come sia possibile individuare e distinguere tra loro tre particolari gravi forme di demenza grazie ad uno specifico algoritmo. “La comprensione precoce del processo patogenetico che sta causando il lieve deficit cognitivo- fa sapere l’Associazione- può facilitare la selezione dei probabili pazienti da inserire nella sperimentazione di nuove terapie. Gli altri sei ricercatori vincitori del Bando ‘AGYR 2020’ stanno lavorando ai rispettivi progetti, in attesa di avere anche i primi risultati tangibili. Tutti loro si stanno concentrando sull’individuazione della malattia nelle sue fasi precoci, perché è quello il momento in cui si può rallentare il processo e, se il trattamento con Aducanumab entrerà nei protocolli, si potrà intervenire efficacemente con una cura”. Per prevenire questo tipo di malattia “numerose sono le evidenze a favore del ruolo protettivo da parte degli stili di vita e delle abitudini (salutari, alimentari e sociali)- spiega l’Associazione Italiana Ricerca Alzheimer- che sappiamo possono ritardare la comparsa di sintomi o ridurre il rischio di insorgenza di altre malattie croniche, come quelle cardiovascolari, diabete di tipo 2 etc”. È questa la tematica su cui verteranno i prossimi progetti del Bando ‘AGYR 2021’, pubblicato a fine maggio con un budget di 300mila euro. Sono state ricevute 62 domande da parte di giovani ricercatori e i vincitori verranno annunciati entro la fine del 2021. “La Ricerca si sta spingendo in due grosse direzioni- afferma il professor Alessandro Padovani, socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo di Airalzh, oltre che direttore della Clinica di Neurologia presso ASST Spedali Civili di Brescia- la terapia, con l’individuazione di farmaci atti a contrastare la malattia, e l’importanza della diagnosi precoce. Se da un lato la FDA ha approvato Aducanumab, primo trattamento che non si limita soltanto ad ‘aggredire’ i sintomi della demenza, ma anche a rallentare il declino cognitivo, dall’altro c’è il ruolo della diagnosi precoce. Sotto questo punto di vista, Airalzh è da tempo impegnata nella ricerca, promuovendola allo scopo di trovare delle cure e investendo soprattutto nella diagnosi precoce in quanto, senza di essa, difficilmente si riuscirà a trovare una terapia per la malattia di Alzheimer. Siamo convinti che per trovare un trattamento per l’Alzheimer- conclude Padovani- dobbiamo percorrere la strada della diagnosi precoce ed Airalzh investe in questa direzione”.