È stata sperimentata nel Regno Unito la possibilità di adottare filiali condivise tra diversi istituti bancari al fine di preservare il mantenimento delle filiali bancarie. Durante il progetto pilota, lo scorso marzo sono state aperte due filiali, le quali avrebbero dovuto chiudere insieme al progetto nel mese di ottobre. Al contrario, alcuni giorni fa è stato annunciato che rimarranno aperte almeno fino all’aprile del 2023, a Rochford (Essex) e Cambuslang (Scozia).
“Il modello ha avuto molto successo nella nostra città, ha avuto benefici ampi e ci sembra che ci sia un enorme valore nel diffonderlo altrove”, ha commentato John Bachtler (nella foto), presidente del Cambuslang Community Council.
I due uffici in questione che offrono servizi di sportello, gestiti dal servizio postale britannico, consentono quindi di svolgere operazioni come il prelievo e il deposito di contanti. Ed è proprio “la minore accettazione dei pagamenti in contanti il killer numero uno” delle filiali bancarie, aveva detto al Financial Times Natalie Ceeney, presidente dell’Access to cash action group, che ha gestito l’esperimento.
La tendenza a chiudere le filiali da parte delle banche potrebbe produrre l’esclusione di tutte quelle persone che ancora svolgono gran parte delle proprie operazioni in contanti. Tenere aperto uno sportello per una banca britannica costa in media 590mila sterline all’anno e nella maggioranza dei casi non si tratta di un investimento in grado di ripagarsi.
La Financial Conduct Authority britannica, al fine di garantire l’accesso al contante, ha dichiarato di valutare l’ipotesi di impedire alle banche la chiusura delle filiali, se necessario.
Condividere le filiali potrebbe quindi rivelarsi una risposta al problema della chiusura progressiva degli sportelli. Questa necessità è sentita anche in Italia: secondo la Banca d’Italia negli ultimi 10 anni solo nel nostro paese sono state chiuse oltre 10.126 filiali o sportelli bancari, inoltre nello stesso arco temporale sono usciti dal sistema circa 47.121 bancari.