Dopo poco più di un mese, ritorna la disputa tra Facebook e l’Antitrust, questa volta nel Regno Unito. La Competition and markets authority (Cma) inglese potrebbe chiedere al colosso californiano di cedere Giphy, ovvero un sito web per creare e condividere immagini animate o gif. L’acquisizione è stata sottoscritta nel maggio 2020, per un importo che Axios ha stimato essere intorno ai 400 milioni di dollari.
Attualmente, però, si rivede l’acquisizione perché, secondo dell’Agcm inglese, l’accordo danneggerebbe la concorrenza nella pubblicità digitale. Infatti, stando all’indagine svolta dalla Cma lo scorso anno, Facebook controlla già oltre il 50% del mercato delle inserzioni su display del Regno Unito, che complessivamente vale circa 5,5 miliardi di sterline (6,5 miliardi di euro). Con l’acquisizione, poi, il social di Mark Zuckerberg si è “liberato di un potenziale concorrente”, a detta di Stuart McIntosh, responsabile dell’indagine indipendente della Cma. Giphy, infatti, puntava a espandersi nel mercato inglese prima di diventare un target m&a.
Inoltre, l’operazione potrebbe danneggiare anche gli altri rivali: ” Facebook potrebbe ritirare le gif dalle piattaforme concorrenti o richiedere più dati sugli utenti per accedervi”, ha spiegato McIntosh. Infatti, dato che la maggior parte dei principali rivali come Twitter, TikTok e Snapchat utilizzano le animazioni di Giphy, le piattaforme non potrebbero ribattere qualora Facebook negasse loro l’accesso alle immagini o modificasse i termini di utilizzo, ad esempio richiedendo più dati utente. E, visto che milioni di post giornalieri sui social media includono gif, qualsiasi riduzione nella scelta o nella qualità delle immagini potrebbe influenzare le preferenze degli utenti.
Quindi, per il momento le conclusioni dell’autorità sono provvisorie. In caso di conferma, l’Antitrust ha riferito che potrebbe chiedere a Facebook di annullare l’acquisizione e rivendere Giphy interamente. Le parti interessate potranno esprimere il loro parere fino al 2 settembre, e la Cma pubblicherà un rapporto definitivo entro il 6 ottobre.
La stretta del regolatore arriva dopo neanche un mese dalla conclusione della causa tra Facebook e la Federal trade commission (Ftc) statunitense, In quel caso, l’Antitrust Usa ha citato in giudizio il social per pratiche anti-competitive emerse durante l’acquisizione di Instagram e WhatsApp. A fine giugno, però, il giudice distrettuale ha assolto Facebook per insufficienza di elementi.