Ai Giochi del 5G ci saranno immagini tv custodite all’interno di cloud e la regia potrà avvenire da remoto: si entra negli stadi passando per un sistema di riconoscimento facciale, i turisti viaggiano dall’aereoporto di Tokyo e gli impianti con navette a guida autonoma, e i telespettatori di tutto il mondo possono rivedere le immagini dei campioni grazie alla ‘realtà aumentata’.
Il Giappone ha deciso di investire sul settore high tech circa 51 miliardi di dollari in tre anni. Tokyo 2020 offre la prima assoluta della nuova tecnologia delle telecomunicazioni, ovvero la 5/a generazione, e fa questo alleandosi sia da un punto di vista commerciale che tecnologico con Stati Uniti e Cina.
Il Cio ha difatti siglato un accordo con due nuovi partner: l’americana Intel, colosso delle telecomunicazioni, e la cinese Alibaba, leader mondiale delle vendite online. Queste forniranno rispettivamente la tecnologia di rete 5G e il cloud per il più grande scambio di dati e informazioni mai visto nelle olimpiadi. Quindi, ne consegue la prima Olimpiade le cui immagini tv si troveranno in un ‘cloud’ consentendo ai broadcast attrezzati di gestirne la regia da remoto, non a Tokyo. Allenatori e telespettatori avranno poi a disposizione un sistema di tracciamento 3D dei gesti dei campioni dell’atletica leggera, ottenuto utilizzando quattro telecamere e un algoritmo per una visione tridimensionale dei movimenti e della biomeccanica. Inoltre, le cerimonie di apertura e chiusura, e molte gare di atletica, ginnastica e beach volley potranno essere viste in tv con la realtà virtuale e telecamere a 360°.
Per i concorrenti ci sarà un riconoscimento facciale della durata di qualche secondo. Le aziende giapponesi hanno garantito una traduzione automatica per favorire le comunicazioni. Saranno disposti anche dei robot per assistere gli spettatori disabili nella ricerca del posto loro dedicati, mentre una linea di taxi robotizzati sarà inaugurata nel centro di Tokyo, come una linea di navette senza conducente dall’aeroporto di Narita agli impianti. La Toyota, partner automobilistico, fornirà vetture ufficiali a impatto ambientale zero.
Bisogna sottolineare che a far le spese delle resistenze all’innovazione saranno proprio gli atleti. Poiché la Iaaf, federazione mondiale di atletica, non vuole utilizzare le scarpette che hanno consentito al keniano Kipchoge di correre la maratona sotto le due ore in una prestazione-show non omologata, e che la Nike ha riprodotto anche per i velocisti dei 100. A differenziarle sono un tacco rinforzato o una punta più larga, ma i dirigenti mondiali temono ‘vantaggi’ illeciti e contestazioni.