Il segretario della Cgil Maurizio Landini risponde così alla proposta di Confindustria: “In questo anno di pandemia i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce”.
“Una forzatura l’idea di Confindustria” – prosegue in un’intervista alla “Stampa”, il leader della Cgil: “Certamente una scelta di questo tipo la può compiere solo il governo. I lavoratori sono stati i primi, durante la pandemia, a chiedere sicurezza arrivando addirittura allo sciopero per ottenerla. Io mi sono vaccinato e sono perché tutti si vaccinino. Ma qui, diciamolo, siamo di fronte a una forzatura. Non va mai dimenticato che i lavoratori sono cittadini e hanno i diritti e i doveri di tutti i cittadini. Confindustria, piuttosto, si preoccupi di far rispettare gli accordi contro i licenziamenti”.
Secondo il documento rilasciato, per i non vaccinati ci sarebbe il rischio di una sospensione dello stipendio o di un cambio di mansione. In questo senso gli industriali hanno avanzato l’idea di estendere l’utilizzo del green pass anche in azienda, come si legge nell’e-mail inviata dal direttore generale Francesca Mariotti alle strutture di Confindustria. Secondo il testo “al fine di tutelare i lavoratori e lo svolgimento dei processi produttivi nel pieno rispetto delle libertà individuali, Confindustria ha proposto l’estensione dell’utilizzo delle certificazioni verdi per accedere ai contesti aziendali/lavoristici, avviando interlocuzioni con il governo ai fini di una soluzione normativa in tal senso”.