Veneto, in cinque mesi 77 milioni di ore di cig

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Secondo l’assessora regionale al Lavoro è necessario un intervento nazionale per il Veneto, il quale non “può da solo attivare politiche di formazione quando il lavoratore è sospeso”. La cassa integrazione arriva a 77 milioni di ore nel Veneto, ore raggiunte tra gennaio e febbraio. Nel medesimo periodo del 2019 le ore Cig erano notevolmente ridotte rispetto a quelli attuali, si contavano solo 6,4 milioni. Nel 2020, invece, il lockdown ha portato le ore di Cig a 166 milioni.


Secondo i dati Istat, il Veneto è la regione che più di tutte ha beneficiato del numero di autorizzazioni per i fondi di solidarietà; al secondo posto c’è invece la Lombardia, con 20,4 milioni di ore.
A livello nazionale, le ore usate nei fondi di solidarietà sono state 35,5 milioni per il settore alberghi e ristoranti, di queste, 18,6 milioni sono stati dedicati alle attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese e 17 milioni sono confluiti nel commercio.

Per l’assessora regionale al Lavoro Elena Donazzan “i dati fotografano un mercato del lavoro congelato ma la realtà è ben diversa. Le misure volute dal Governo a tutela dell’occupazione in epoca pandemica sono andate nella giusta direzione di mettere in protezione i lavoratori e le imprese affinché le imprese non perdessero il capitale umano e non ci trovassimo di fronte ad una massa di disoccupati in cerca di lavoro ma ora serve una seria riforma degli ammortizzatori sociali”. E continua: “Non possiamo più permetterci solo politiche passive, il modello veneto lo insegna, anche se parliamo di regole nazionali. Il Veneto da solo non può decidere di attivare politiche di formazione del personale quando il lavoratore è sospeso. Credo sia assolutamente necessaria una riforma degli ammortizzatori che deve essere necessariamente nazionale: potrà poggiare in Veneto su una cultura del lavoro, anche del sindacato, che mai ha smesso di chiedere attività di formazione quando i lavoratori erano a rischio di espulsione, tanto che la nostra Regione ha avuto da sempre delle misure di ricollocazione all’esterno attraverso la formazione per tutte le situazioni di crisi. Lo facevamo attraverso accordi regionali”.

“Il Ministro Orlando ha apprezzato e riconosciuto come buona prassi di riferimento a livello nazionale il modello Veneto – ha concluso l’assessora Donazzan – . Adesso è il momento di avere uno strumento di riferimento a livello nazionale”.