
Nel 2020 il Pil della Sardegna è diminuito di circa l’8%. È la stima basata sul ‘Nuovo indicatore trimestrale dell’economia regionale’ (Iter) riportata nel Rapporto 2021 sull’economia dell’isola presentato, in conferenza stampa, nella sede di Cagliari della Banca d’Italia. Il documento è stato presentato da Roberto Rassu, responsabile della Divisione ricerca economica, e dal suo vice Rosario Ballatore. La crisi pandemica “ha colpito soprattutto nel settore dei servizi”, ha spiegato, rilevando che “oltre i due terzi delle imprese hanno registrato fatturati in calo nella media dell’anno, e solo il 20 per cento circa ne ha indicato un aumento”. In particolare, nel comparto del turismo “secondo i dati preliminari della Regione” a livello complessivo si è registrato, rispetto al 2019, un calo del 58% delle presenze nelle strutture ricettive. In particolare, “la componente estera è diminuita di circa l’80%”. La quota delle presenze straniere “è passata dal 51% del 2019 al 25% del totale”.
Nel settore industriale, si rileva una contrazione dei fatturati, mentre “l’attività nell’edilizia è calata in misura più contenuta rispetto agli altri settori produttivi”. Sul fronte del mercato del lavoro dipendente, solo per quanto riguarda il privato non agricolo, “al termine del 2020 sono state create oltre 6mila posizioni di lavoro in meno rispetto al 2019, pari a 2,6 posti ogni 100 dipendenti”. Il calo degli occupati è stato del 4,6%, e ha colpito soprattutto giovani e donne. Il reddito delle famiglie “si è ridotto del 5,1%” e “i consumi regionali sono calati del 10,9%”.