Non è un momento facile per i dg della sanità laziale, c’è la corsa al vaccino e soprattutto alle ricerca di sempre nuovi hub vaccinali. Sembra incredibile ma la organizzazione delle operazioni non è ancora diventata fluida come dovrebbe essere, Asl ancora approssimative nella gestione delle liste, problemi logistici di ogni tipo, anche se il “modello Lazio” viene giocato come un vanto sul palcoscenico nazionale siamo ben lontani dalla necessaria efficienza. Non tutte le Asl sono all’altezza, non tutti i manager sono abituati a vivere nell’emergenza così a lungo. Alcuni di loro poi hanno dovuto affrontare l’onda lunga della clamorosa vicenda denominata “concorsopoli”. C’è di mezzo il “sistema”, e le Asl hanno preferito stoppare in extremis i concorsi già programmati (Asl Roma 4, ad esempio, Asl di Latina) per evitare guai peggiori. Ma i concorsi erano stati indetti per riempire i vuoti negli organici. Insomma, problemi su problemi. Non va benissimo all’Umberto I, non va benissimo al San Camillo. Ci sono manager in affanno o non perfettamente allineati. Santonocito, Milito, D’Alba, la gestione corrente non è facile. Nella bufera la Cavalli, silenzio dalla Asl Roma 2. Buon segno? Malumori comunque un po’ dappertutto. Pesa anche l’incertezza politica. Non se ne esce.
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio