Una perdita dell’8,3% per il settore delle infrastrutture in Italia: è il calo del fatturato registrato a causa della pandemia da Covid-19 e che impone oggi un ripensamento dell’intero mondo delle costruzioni per affrontare i trend in atto a livello globale.
Questa la linea da seguire secondo il presidente Webuild Donato Iacovone, nella foto, in un intervento al 4th Annual Digital Construction Summit, edizione focalizzata sulle prospettive digitale del settore delle costruzioni e sulle best practice promosse dai principali player internazionali.
“I nuovi investimenti necessari in infrastrutture, volano di sviluppo economico, aumento della competitività e creazione di nuovo lavoro in un periodo emergenziale non solo in Italia, devono essere basati su tre pilastri fondamentali: sostenibilità, digitalizzazione e collaborazione, le parole chiave che disegnano il futuro delle infrastrutture nell’ambito della progressiva adozione di un approccio smart che permetta di ottimizzare la progettazione, la realizzazione e l’utilizzo delle costruzioni da parte dei cittadini”, ha sottolineato Iacovone. Il focus crescente sul tema della sostenibilità non riguarda il solo contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delineati dalle Nazioni Unite, ma deve partire in primis dall’interno del settore: in Europa le costruzioni sono responsabili del 36% delle emissioni totali, del 40% del consumo energetico, del 50% dell’estrazione di materie prime e del 21% del consumo di acqua.
Lo stravolgimento causato dalla recente pandemia e il forte impulso sul digitale evidenziano quindi oggi il bisogno di un nuovo concetto di infrastruttura. La loro “smartization”, grazie al ricorso alla digitalizzazione nel settore tramite intelligenza artificiale e analisi dei big data, punta infatti ad ottenere una migliore gestione e ottimizzazione di ogni singola opera, un uso più flessibile e una migliore pianificazione e gestione dell’intero sistema infrastrutturale urbano. Un processo che il Gruppo Webuild segue in tutte le sue opere nel mondo e di cui è esempio il nuovo Ponte Genova San Giorgio, inaugurato nell’agosto 2020 in tempi record, che utilizza dotazioni tecnologiche che ne rendono più efficiente la manutenzione e ne aumentano la sicurezza.
Più in generale, concreta applicazione della digitalizzazione delle infrastrutture si ritrova oggi nelle smart cities. “Le città – ha sottolineato Iacovone – rappresentano ecosistemi soggetti alle trasformazioni più importanti, poste di fronte a nuove sfide che richiedono agli stakeholder, compresi i player delle costruzioni, di modificare rapidamente il loro approccio: mettere al centro i cittadini, e ad essi mirare le azioni degli stakeholder. Le città più avanzate stanno lavorando per realizzare ‘piattaforme dati urbane’, acquisendo ‘big data’ dai sensori delle infrastrutture e ‘open data’. Una piattaforma dati urbana permette quindi una pianificazione di sviluppo basata sui dati della città e per la gestione degli eventi in tempo reale. Un approccio, basato sul coinvolgimento di tutti gli stakeholder – dai costruttori agli utenti – che punta all’efficienza e alla sicurezza dei cittadini”.
Una strategia che guida già il business del Gruppo, basato sui temi della sostenibilità e dell’innovazione in tutte le fasi di progettazione e produzione: nel design e nello sviluppo, nelle tecniche costruttive, nei materiali adottati, con la digitalizzazione dei cantieri, nell’ambito della sicurezza, qualità e ambiente. Un approccio integrato e interdisciplinare che si applica dalle indagini geofisiche predittive al sistema di riutilizzo dei materiali, dai tunnel inclinati alle tubazioni verticali, agli scavi in condizioni iperbariche, dal taylor made concrete mix al sistema automatizzato dei materiali di scavo, al cantiere digitale, sostenibile e trasparente alla IA per le TBM, alla smart safety.