La nave rompighiaccio Laura Bassi, l’unica unità oceanografica da ricerca italiana, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, di rientro dalla missione in Antartide, è arrivata ieri a Trieste presso lo stabilimento giuliano di Fincantieri (l’Arsenale Triestino San Marco), dove sarà sottoposta a un importante e delicato lavoro di completamento del suo equipaggiamento scientifico per lo studio e l’esplorazione dell’intero ecosistema marino. Al termine delle operazioni, della durata di circa 2 mesi, Laura Bassi sarà impegnata nella sua prima campagna scientifica in Artico. Verrà equipaggiata con un complesso di nuove strumentazioni che la renderanno ancora più performante nelle campagne scientifiche e di conseguenza più attrattiva per il sistema della ricerca nazionale e internazionale. Nel dettaglio, si prevede l’installazione di due nuovi sistemi di mappatura tridimensionale del fondale marino, degli ecoscandagli scientifici con cui poter “mappare” banchi di pesce fino a profondità abissali e di innovativi sistemi che permettono di “vedere” all’interno della terra per oltre 3.000 metri. Verranno inoltre installati sistemi di campionamento e carotaggio del fondo marino e strumenti che misurano le correnti in profondità mentre la nave è in navigazione. L’operazione è possibile grazie a contributi relativi al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) e allo stesso Ogs che per questo ha ricevuto un finanziamento specifico dal Ministero. Laura Bassi è giunta a Trieste al termine della sua seconda spedizione al Polo Sud nell’arco di 12 mesi, la 36/a spedizione del Pnra, finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca e gestito dall’Enea per la pianificazione e l’organizzazione logistica, e dal Cnr per la programmazione e il coordinamento scientifico. Al termine dei lavori la nave si dirigerà a Nord, per la sua prima campagna scientifica in Artico della durata prevista di due mesi. “Questa operazione rappresenta un forte riconoscimento delle nostre capacità” ha affermato Giuseppe Bono, nella foto, Ad di Fincantieri. “Ogni progetto che riguardi unità destinate a operare specificamente ai poli, gli ambienti marini più estremi del pianeta, richiede infatti i più alti standard tecnologici che l’industria possa esprimere, e ciò vale soprattutto per una nave all’avanguardia come la Laura Bassi. Siamo consapevoli – ha concluso Bono – che la collaborazione con un partner di prestigio internazionale come l’Ogs consolidi le nostre referenze anche in ambito scientifico”.