
Più ore di lavoro, con carichi maggiori, senza riconoscimenti retributivi e senza pause, esaurimento nervoso e disturbi muscolo-scheletrici. E’ quanto emerso dall’inchiesta sul lavoro in smart working nel settore dell’Ict a Milano realizzata dalla Fiom Cgil di Milano, presentata oggi in occasione dell’evento ‘Lo smartworking è sostenibile?’ svoltosi nell’ambito della Milano Digital Week.
L’inchiesta è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Sabattini e la cattedra di Diritto al lavoro della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di Milano.
Roberta Turi, segretaria Fiom Cgil di Milano dichiara che l’inchiesta è uno strumento per approfondire il punto di vista delle lavoratrici e dei lavoratori su determinati aspetti della loro vita lavorativa, con l’obiettivo di sottoscrivere accordi che migliorino la condizione di lavoro.
Sono 20 le aziende coinvolte tra le più importanti del settore, tra cui Accenture, Dedalus, Ibm, Txt, Italtel. Sono state fatte circa 100 domande su diverse tematiche ineranti sulla salute e sicurezza, orario di lavoro, carichi di lavoro, autonomia della prestazione risultano essere stati completati 3.152 questionari, di cui 2.084 uomini e 1.068 donne, l’età varia dai 20 ai 64 anni, sono stati esclusi i dirigenti.
La Milano Digital Week ha come focus quello della sostenibilità in ambito ambientale e sociale e l’inchiesta ha l’obiettivo di verificare quanto lo smartworking sia sostenibile. Il concetto che viene fuori è quello di un orario di lavoro molto dilatato e che questa dilatazione avviene in due modi: informale: le persone che lavorano in smartworking ricevono una serie di comunicazioni in maniera ufficiosa tramite e-mail o messaggistica al di fuori dell’orario di lavoro che arrivano anche dopo le 8 di sera. L’altro elemento che determina l’allungamento della giornata lavorativa è più grave, perché afferente direttamente alla responsabilità aziendale, come l’organizzazione di riunioni al di fuori dell’orario contrattuale di lavoro.Per il 90% dei rispondenti all’inchiesta, le ore di lavoro straordinario non vengono riconosciute e per l’80% non vengono neanche retribuite.
Dall’indagine emerge che Quasi il 40% dichiara problemi di natura muscolo-scheletrica, quasi il 20% soffre di insonnia e oltre il 10% ha rischiato l’esaurimento nervoso da burnout.