Editoria, nuove misure in vista

Share

Nuovo anno, nuovi interventi all’orizzonte per sostenere l’editoria ma soprattutto emerge la possibilità di approntare interventi più organici per far uscire il settore da «una crisi amplificata dal Covid», come ha ricordato nei giorni scorsi il nuovo sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles secondo cui, infatti, la speranza è che «l’intero comparto possa beneficiare dei fondi del Recovery Plan». Il prossimo passo, intanto, è quello che concentra l’attenzione sul dl Sostegni, atteso in settimana al consiglio dei ministri, indicativamente verso la giornata di giovedì. Nel decreto sarà la rete distributiva dei giornali a essere rimessa in primo piano, secondo quando risulta a ItaliaOggi. In particolare, si punta a inserire nella bozza finale del dl un credito d’imposta per sostenere ulteriormente la distribuzione della stampa nei comuni più piccoli e in quelli con una sola edicola aperta. In parallelo, si ragiona sull’ampliamento dei costi deducibili per gli stessi punti vendita. Sempre nel dl Sostegni, non è escluso che venga ricompresa la proroga del regime forfettario dell’Iva sul reso delle vendite, che era stato alzato al 95% nel 2020.

Sempre in questi giorni però, e fino a fine mese, si può presentare la «Comunicazione per l’accesso» al credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali da sostenere nel 2021 (tramite www.agenziaentrate.gov.it). Rispetto a quanto previsto per l’anno scorso, sia per il 2021 sia per il 2022 lo sgravio si differenzia tra quanto pianificato su quotidiani e magazine (cartacei o digitali non importa) e quanto speso sulle sole radio-tv locali. Come da modifiche alla Legge di bilancio 2021, nel primo caso, il calcolo del beneficio avviene sul 50% dell’intero investimento effettuato e c’è uno stanziamento di 50 milioni di euro a disposizione per ogni annualità. Invece, nel secondo caso, il credito d’imposta si calcola sul 75% di quanto speso in più rispetto all’anno scorso. E qui torna anche l’obbligo di aver aumentato la spesa pubblicitaria di almeno l’1%. Al momento, infine, non sono state rese note le risorse sul tavolo per la radio-emittenza locale.

Andando indietro nel tempo, tra gli interventi legislativi dei vari governi restano al momento attive anche altre misure a sostegno dell’editoria. Ci sono infatti gli aiuti una tantum in chiave anti-Covid e quelli più strutturali per le edicole; fino a domani le diverse scuole possono presentare domande per gli abbonamenti acquistati, nel 2020, di quotidiani, periodici e riviste scientifiche o di settore (su carta o digitale), purché utilizzati all’interno di programmi per la promozione della lettura critica e l’educazione ai contenuti informativi (domande via www.istruzione.it). Restano sempre attivi anche i contributi diretti e il beneficio fiscale per l’acquisto di servizi digitali mentre il credito d’imposta per l’acquisto della carta c’è ma aspetta ancora il via libera comunitario.

Pur a fronte di queste differenti misure, di recente, gli editori di giornali (riuniti nella Fieg) hanno chiesto un capitolo di spesa ad hoc per il comparto, all’interno del Recovery Plan europeo (vedere ItaliaOggi del 3/3/2021). Perché? L’obiettivo sembra quello di voler infondere al mercato una spinta che abbia effetti su più anni, rispetto agli interventi nazionali che invece hanno una durata pro tempore. In aggiunta, quanto disposto dai vari esecutivi deve rispettare la regola Ue del de minimis sul tetto massimo degli importi erogabili alle aziende, per non ricadere nella fattispecie degli aiuti di stato. Nel caso del Recovery Plan, di contro, l’asticella è già stata temporaneamente alzata.

Così, in definitiva, una riorganizzazione del comparto all’insegna dell’innovazione (secondo le tre direttrici transizione al digitale, formazione professionale in chiave multimediale e modernizzazione della rete distributiva) può essere la cornice per compattare e ottimizzare la ripartenza dell’editoria tricolore.

Marco A. Capisani, ItaliaOggi