Dal 25 febbraio i “colori” dell’Italia potrebbero di nuovo cambiare: al vaglio del Governo l’ipotesi “lockdown soft”. Di cosa si tratta
Dopo l’allarme nuove varianti Covid in Italia (che, ricordiamolo, non si sono dimostrate ad oggi più mortali ma solo più aggressive nella diffusione), si torna a parlare di un possibile nuovo blocco delle attività. Sebbene, ad oggi, i vaccini in distribuzione risultino essere ancora efficaci, anche contro le mutazioni del virus rivelate, il rischio è che si registri comunque una impennata di contagi: da qui la proposta al vaglio del ministro della Salute Roberto Speranza e del Premier Mario Draghi di procedere con un altro lockdown nazionale ma “soft”, che prevedrebbe l’introduzione di una nuova zona arancione scuro.
Covid, proposto lockdown soft dal 25 febbraio: spunta la zona arancione scuro
L’ipotesi “lockdown soft” al momento è – appunto – solo un’ipotesi al vaglio del Governo. Sia il ministero della Salute che il Premier incaricato, però, sembrerebbero essere decisi a procedere verso questa direzione. Dal 25 febbraio, data in cui verrà prorogato anche lo stop agli spostamenti tra regioni, i “colori” dell’Italia potrebbero di nuovo cambiare: non più solo le classiche zone rosse, arancioni e gialle, poiché a queste si potrebbe aggiungere una nuova fascia di rischio, ovvero quella arancione scuro.
Il piano è stato introdotto ieri dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che ha dichiarato: “Io credo che sarebbe il caso, nelle prossime ore, di trovarci tra governo e regioni, per capire se non valga la pena una restrizione per qualche settimana omogenea cercando anche di andare a rivedere le regole […] Ho l’impressione che con l’arrivo delle varianti vada fatta una valutazione diversa. Si rischia un saliscendi che dà preoccupazione. Siccome le varianti circolano in tutta Italia, anche nelle regioni in giallo i parametri stanno peggiorando, credo sarebbe il caso nelle prossime ore o giorni di trovarci tra governo e Regioni”.
Il lockdown soft, quindi, inaugurerebbe la zona arancione scuro, e cioè una nuova fascia di rischio estesa a tutta l’Italia, con l’introduzione di restrizioni più rigide (ma non come quelle di marzo) e regole valide su tutto il territorio nazionale, per riequilibrare i parametri Rt e portarli sotto la soglia critica in tutto il Paese.
Lockdown soft dal 25 febbraio: cosa si può fare e cosa no
Non sono state ancora definite le regole valide in caso di lockdown soft, non è ancora chiara, quindi, la sorte di bar, ristoranti e luoghi di ristoro (di certo tra i settori più penalizzati dalle continue chiusure e riaperture). Stando a quanto emerso, le ipotesi al vaglio del Governo sulla zona arancione scuro sono tre, ovvero:
La prima ipotesi prevede la sospensione del sistema a zone (gialle, arancioni e rosse, nonché eventuali bianche) e l’introduzione di una zona arancione scuro per tutta l’Italia a partire dal 25 febbraio che vieti tutto quello che è già vietato fare in zona arancione ma con un’ulteriore stretta nei week end che imporrebbe la chiusura dei centri commerciali, oltre a bar e ristoranti;
La seconda ipotesi invece si rifà al modello di Natale, ovvero nei giorni feriali varranno per tutta Italia le regole della zona arancione “classica” (quindi dal lunedì al venerdì), mentre nei fine settimana tutto il Paese sarà considerato zona rossa (gli spostamenti pertanto saranno vietati non solo fuori dal comune ma anche all’interno dello stesso, salvo casi particolari);
Infine, la terza ipotesi potrebbe comportare la chiusura di tutte le scuole (comprese materne, asili ed elementari). In quest’ultimo caso, però, il blocco delle attività scolastiche in presenza sarebbe conseguente all’attivazione dei piani 1 e/o 2: quindi, nel caso le zone arancione scuro non dovessero funzionare e la stretta nei week end simile al modello di Natale non avesse alcun effetto sui contagi, il Governo potrebbe ricorrere al piano B che coinvolge anche le scuole di primo grado e gli asili.
Libero.it