
L’assessore D’Amato lo aveva annunciato diverse settimane fa: ai primi di febbraio sarebbero andate in onda le nomine dei Dg in diverse Asl e Aziende sanitarie del Lazio. Dovremmo essere agli sgoccioli, ma il meccanismo è lento e farraginoso. Solo burocrazia o trattative politiche e di bottega in corso? Parlano di un braccio di ferro in area Castelli, di nervosismi sull’asse dei grandi policlinici universitari. Dall’altra parteci sono dei manager da premiare e da punire e una squadra di seconde file che scalpita per insediarsi sulle poltrone delle direzioni generali. I vertici della Regione hanno proceduto per gradi, prima Viterbo e Frosinone, poi l’Umberto I, poi la Direzione Regionale (Annichiarico). Perse di come il San Camillo si nascondono dietro le procedure-bando e scelta nelle liste già accreditate, passaggio in Commissione Sanità, etc – il risultato è che la sanità laziale è governata dai FF, i facenti funzione: al San Camillo, a Latina, ad esempio. E che si fa alla Asl Roma 3,alla Asl Roma 4, alla Asl Roma 2? Si pensava che bastasse spostare un tassello per mettere in moto un effetto domino. Macché. D’Alba se n’è andato, al San Camillo governa la Milito che vorrebbe andare ai Castelli al posto di Mostarda che dovrebbe andare al San Camillo; Casati ha lasciato Latina, è a casa in attesa di ordini. Dovrebbe andare alla Roma 2dalla quale l’attuale numero due, Cavalli, dovrebbe passare a Latina. E la Frittelli? Addio Tor Vergata. C’è il posto libero al San Giovanni. Quando? Saperlo. Restano Asl Roma 3, forse Asl Roma 4. E dallo Spallanzani nessuna notizia?
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio