“Il sistema dell’impresa competitiva operante nel mercato libero, dopo il grande successo conseguito nell’aumentare la ricchezza, il benessere e la qualità della vita, in termini di valori aggregati, deve oggi porsi obiettivi più ambiziosi, in termini distributivi, di qualità della convivenza sociale, inclusività, protezione dell’ambiente: in sintesi, in termini di sostenibilità sociale e ambientale”. Lo ha detto giorni fa il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, intervenendo alla Giornata di Studi in memoria di Valeriano Balloni, organizzata dall’Istao di Ancona. Parlando dei rapporti tra tecnologia e organizzazione aziendale, il numero uno dell’istituto bancario ha ricordato che proprio le ricerche e gli insegnamenti di Balloni “nascevano nel tempo del paradigma tecnologico dell’elettronica, che ha contrassegnato il secolo scorso, culminando con lo sviluppo dell’automazione a controllo numerico, cioè flessibile, che ha reso possibile un sistema industriale con imprese specializzate per fase, capaci di alimentare diversi mercati finali: un sistema a rete, in grado di rispondere rapidamente agli incrementi, o alle decrescite, dei singoli diversi mercati di sbocco, più resiliente e più aggressivo al tempo stesso”.Per Gros-Pietro, “la pandemia ha impresso alla diffusione della digitalizzazione una netta accelerazione, determinando effetti rilevanti sull’organizzazione industriale e aziendale”. Cambiamenti che comportano anche “miglioramenti e che consentiranno la creazione di nuovi prodotti e servizi: pertanto sono destinati, sotto qualche forma e in qualche misura, a rimanere”. Da qui l’importanza del fattore umano, “nella sua duplice esplicazione come fattore imprenditoriale da un lato e come fattore organizzativo dall’altro”. “Una visione in linea con l’attuale tendenza, da parte di un numero sempre maggiore di aziende – ha concluso Gros-Pietro -, a proporsi, accanto ai risultati di bilancio, obiettivi extra-economici e di interesse collettivo, inerenti la società e l’ambiente”.