
Fondazione Airc e Firc investono 125 milioni 260mila euro nel 2021 per sostenere circa 5.190 ricercatori che stanno lavorando alla messa a punto di metodi per diagnosi sempre più precoci e di trattamenti più efficaci e mirati per tutti i tipi di cancro. Un impegno straordinario che si traduce nel sostegno di 622 progetti di ricerca, 71 borse di studio, 22 programmi speciali e di Ifom, centro di eccellenza internazionale nel campo dell’oncologia molecolare. Un risultato importante e in netta controtendenza rispetto alle principali charity internazionali costrette a ridurre il supporto ai progetti di ricerca sul cancro a causa degli effetti economici della pandemia di Covid-19. Airc ha, invece, potuto mantenere il proprio impegno con i ricercatori grazie alla costante fiducia di 4,5 milioni di sostenitori, al contributo di 20mila volontari e all’erogazione straordinaria e anticipata da parte dello Stato di due annualità del 5×1000 in un momento così delicato per tutto il non profit. “Il cancro resta un‘emergenza a livello mondiale, ricercatori e medici non possono permettersi battute d’arresto. In Italia solo lo scorso anno il cancro ha causato più del 25 per cento dei decessi totali e si sono registrate circa 377.000 nuove diagnosi, più di 1.000 al giorno”, scrive la Fondazione Airc in una nota. “L’emergenza Covid, oltre a non aver messo il cancro in lockdown, ha avuto diverse conseguenze negative sui progressi della ricerca in oncologia”, spiega Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico Fondazione Airc. “La prima sulla ricerca di base in quanto è stata fortemente rallentata l’attività degli studi condotti in laboratorio e indispensabili per capire i meccanismi che portano allo sviluppo del cancro e alla sua progressione. La seconda sul trasferimento clinico e in particolare sugli studi condotti per l’approvazione di nuovi farmaci o di nuove strategie terapeutiche per i pazienti. A ciò – continua – si aggiunge l’allarme lanciato dall’Osservatorio Nazionale Screening sul rinvio degli screening con una ripercussione sulle nuove diagnosi e un conseguente ritardo nel curare la malattia. Tutte indicazioni che ci fanno ben comprendere la necessità di dare nuovo slancio al lavoro dei nostri scienziati per recuperare, nel più breve tempo possibile, il terreno perduto perché il cancro non aspetta”.