L’industria italiana delle macchine per plastica e gomma stima per il 2020 un calo del 18% della produzione, che dovrebbe scendere quindi da 4,4 a 3,6 miliardi di euro. Un risulato analogo, afferma Amaplast, l’associazione delle imprese del settore, riguarda anche l’export, visto in calo da 3,06 a 2,5 miliardi di euro. Il saldo commerciale, comunque attivo, vede una diminuzione da 2,14 a 1,75 miliardi di euro.
L’analisi delle macro-aree di destinazione dell’export di settore nel gennaio-settembre mostra un rafforzamento dell’Europa, soprattutto per quanto riguarda i mercati extra-UE, mentre hanno perso terreno il quadrante asiatico e il Nord America.
Si tratta, afferma una nota, di numeri che non sorprendono, alla luce del contesto economico globale fortemente destabilizzato dalla pandemia. Proprio la risalita dei contagi da Covid-19 con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno ha spinto le aziende costruttrici di macchinari a sviluppare e consolidare nuove modalità operative; infatti, in molti casi le imprese italiane hanno introdotto con successo complesse procedure di installazione e manutenzione di impianti da remoto, che hanno consentito di garantire ai clienti la continuità produttiva, soprattutto in quei settori – come l’imballaggio e il medicale – che meno hanno risentito della crisi.
Difficile fare previsioni per l’anno appena iniziato, afferma Amaplast. E’ verosimile attendersi un rimbalzo, ancora una volta grazie all’impulso dato dalle esportazioni, ma difficilmente la sua consistenza potrà essere tale da riportare gli indicatori del comparto ai livelli pre-crisi.