I soldi usati per il bonus cashback andranno restituiti all’Europa. E così l’Italia si indebita con Bruxelles
Il piano cashback del Governo non è certo partito nel migliore dei modi: tra restrizioni anti-Covid, difficoltà di registrazione e malfunzionamenti dell’app Io, fin dalla fase di avvio l’intero sistema ha fatto fatica a decollare. Come se non bastasse, da un’ultima indagine è emerso che, ai cinque milioni di italiani che alla fine hanno richiesto il bonus, spetterà un rimborso pari ad appena 18 euro a testa.
I soldi investiti dal Governo, però, equivalgono a 4,75 miliardi di euro, un investimento di indubbio valore, che dovrà essere ripagato senza sconti a Bruxelles.
La beffa del bonus cashback
A fronte di un “magro” rimborso, lo Stato italiano ha impiegato – come appena accennato sopra – 4,75 miliardi di euro per il piano cashback. Nello specifico: l’Esecutivo ha programmato di spendere 1,75 miliardi nel 2021 e 3 miliardi nel 2022, con una quota aggiuntiva pari a 228 milioni di euro destinati invece all’extracashback di Natale.
Il rimborso pari al 10% della spesa, però, si è tradotto in un bonus di appena 18 euro a testa per gli italiani, il tutto finanziato con i soldi che l’Ue ha messo a disposizione dell’Italia attraverso il Recovery Fund. La vera beffa, però, sta nel fatto che il bonus, pur avendo messo lo Stato in una posizione di debito, di fatto non si è tradotto in un ritorno economico importante per chi ne ha usufruito.
Le risorse del Recovery Fund usate per il cashback, in particolare, fanno parte della quota prestiti riconosciuta dall’Europa all’Italia, non dei contributi a fondo perduto, questo vuol dire che – a fronte dei circa 18 euro ricevuti, in media, già a Natale – ci ritroveremo in futuro a pagare un debito molto più grande a Bruxelles.
Piano cashback di Stato: Bce contraria
Già a dicembre 2020, quando il piano cashback di Stato e l’extracashback di Natale prendevano forma, il responsabile della vigilanza Bce Yves Mersch, con una lettera indirizzata al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, aveva palesato tutte le sue titubanze in merito ai piani del Governo.
“La Bce ritiene che l’introduzione di un programma cashback per strumenti di pagamento elettronici sia sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti e in quanto compromette l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili”, aveva scritto.
L’Italia, comunque, aveva deciso di procedere spedita, il che vuol dire che presto arriverà il momento di saldare il conto.
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