
Il 5 e 6 giugno del 2015 i migliori robot del mondo si sono dati appuntamento, o meglio, sono stati portati, in un piccolo comune dalle parti di Los Angeles, Ponoma, per la prima grande sfida fra i super campioni della robotica: era stata lanciata nel 2012 dalla DARPA, l’agenzia del ministero dell Difesa americano che si occupa dei progetti di ricerca di frontiera; in palio oltre tre milioni di dollari per il robot che avesse dimostrato di sapersela cavare in diverse situazioni di emergenza. Dopo le fasi eliminatorie, erano arrivati in finale 25 team da tutto il mondo (uno anche italiano) e c’era davvero grande attesa. Vinse il robot coreano che riuscì a completare il percorso netto in meno di 45 minuti, ma alla storia passarono piuttosto le esilaranti, goffissime, cadute dei robot: su YouTube si trovano ancora diverse compilation di robot che inciampano su se stessi rimanendo a terra come se qualcuno li avesse abbattuti. Quel sostanziale fallimento per molti fu consolante, era la prova che i robot non erano cosi avanzati come certe previsioni lasciavano intendere: non ci avrebbero sostituito, non ancora almeno.
Sono passati poco più di cinque anni e qualcosa è cambiato: due giorni prima di Capodanno, la Boston Dynamics ha messo online un video effettivamente pazzesco. La Boston Dynamicsnon è nuova a queste cose: è una azienda di Boston, nata come spin off universitario del MIT, e poi passata dalle mani di Google e quelle di Softbank e infine della Hyundai. Non ha ancora avuto il successo di mercato che molti immaginano, ma i suoi robot sono spettacolari. Nel video di fine 2020 ballano: due umanoidi, un cane e una specie di facchino, ballano alla perfezione sulle note di “Do You Love Me”, un successo degli anni 60 dei Contours. Un twist scatenato, roba da ballare oscillando sulle ginocchia e sulle anche, per nulla facile se sei un robot. Eppure i quattro ballerini della Boston Dynamics lo fanno alla perfezione. Altro che le cadute imbarazzanti del 2015: questi cinque anni non sono passati invano.
Tre giorni dopo su RaiUno è tornato Roberto Bolle: è un appuntamento fisso ormai per iniziare l’anno. Danza al massimo livello che incontra la cultura popolare. Di solito fa scalpore, stavolta meno (nonostante gli ottimi ascolti). Forse perché la scena, le emozioni, erano tutte per i ballerini robot. Inevitabile forse, ma anche sbagliato. I quattro ballerini di Boston Dynamics in un certo senso sono una illusione ottica: no, quelle immagini non sono state create al computer, non sono CGI, sono vere, e dal punto di vista ingegneristico il progresso c’è tutto. Ma c’è un trucco. Quei robot non sentono davvero la musica: sono stati programmati per muoversi così, secondo per secondo, seguono delle istruzioni precise. Probabilmente con loro è stata attuata una tecnica di apprendimento che si chiama motion capture, cattura del movimento, vuol dire che hanno visto un essere umano fare quelle mosse e le ripetono. Meraviglioso. Ma se la musica si interrompesse all’improvviso, se il ritmo cambiasse, oppure se il partner facesse un gesto nuovo, loro continuerebbero a ballare la stessa canzone come se niente fosse. Pensateci: non sarebbe meno buffo della cadute, in fondo.
Questo non per sminuire i formidabili progressi della robotica, ma per tenerla distinta da tutto quello che è intrinsecamente umano: sentire, immaginare, improvvisare. Vivere.
Riccardo Luna, Repubblica.it