Seimila piatti di pasta, cucinati dagli chef per il pranzo dell’ultimo giorno dell’anno, sono stati regaalti oggi agli ospiti della mensa della Caritas diocesana di via Baracca a Firenze. L’iniziativa ‘Chiusi i locali ma non i nostri cuori’, lanciata in 10 città italiane da Fipe Confcommercio e Federazione italiana cuochi, è dei cuochi e dei ristoratori toscani
In città la consegna dei 500 chili di pasta necessari a preparare il pranzo, poi elaborato dagli chef fiorentini guidati da Massimiliano Catizzone, è avvenuta alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “Mettere le persone a tavola per noi è un atto d’amore, che con questa iniziativa si apre alla solidarietà in un anno decisamente da dimenticare”, sottolinea il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che di Fipe è anche vicepresidente vicario nazionale, “dal cibo passano i più alti valori della nostra cultura, improntata all’accoglienza”.
“Le chiusure forzate dei nostri locali, senza riscontri scientifici sull’impatto della ristorazione nella curva dei contagi, sono una ferita aperta”, ricorda Cursano, “perché mettono a rischio estinzione un’intera tradizione del ‘fuori casa’, oltre alle nostre imprese – oltre 21mila in Toscana – e all’occupazione”.
“Il 2020 è stato un anno terribile che ci ha tutti impoveriti economicamente ed umanamente”, riflette Catizzone, vicepresidente dell’Unione Regionale Cuochi Toscani, nonché presidente dell’Associazione Cuochi Fiorentini. “Sappiamo che le Caritas diocesane hanno raddoppiato il numero degli utenti ed anche persone che un tempo non avrebbero avuto necessità devono oggi rivolgersi a loro per un supporto”.
“Il nostro è certo un piccolo gesto simbolico, ma per fortuna non siamo i soli a donare ciò che è possibile a quanti in questo momento hanno bisogno di aiuto”, conclude lo chef. “Chiunque un giorno potrebbe trovarsi nei loro panni”.