La sputacchina, l’insetto vettore della xylella fastidiosa, percorre in una stagione fino a 400 metri autonomamente con i propri arti posteriori, mentre è ancora da accertare la distanza percorsa dagli insetti, spesso anche diversi chilometri, se restano attaccati ad auto e camion. E’ quanto sottolinea Coldiretti Puglia, facendo riferimento ai risultati dello studio condotto dalle Università di Torino e di Brescia, il CRSFA di Locorotondo e l’IPSP del CNR di Bari e Torino e mirato ad accertare la capacità di diffusione attiva della sputacchina media (Philaenus spumarius), principale vettore di xylella fastidiosa in Europa e pubblicati sulla rivista scientifica americana Environmental Entomology. Lo studio è basato su 7 esperimenti realizzati nel corso di due anni, di cui tre in prato in Piemonte e quattro in oliveto in Puglia, consistiti nella cattura di migliaia di sputacchine, seguita dalla loro marcatura con una proteina, l’albumina (indispensabile per la loro successiva identificazione), il rilascio e successive prove di ricattura a distanze predeterminate dai punti di rilascio. La distanza media percorsa in un giorno dal punto di rilascio è risultata di 26 metri nell’oliveto e di 35 metri su prato, mentre nei due mesi di maggiore abbondanza della popolazione il 50% delle sputacchine rimane entro 200 metri dal punto iniziale, ma la percentuale sale al 98% entro i 400 metri.
“Uno scenario ‘senza difesa’, soprattutto nell’attuale contesto pugliese dove è determinante l’attività di contenimento della malattia, è inimmaginabile. Lotta al vettore anche finanziata, monitoraggi e campionamenti sono attività cruciali – sottolinea il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia – considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, per l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non va messo in alcun modo in discussione, anzi il sistema dei monitoraggi e campionamenti va potenziato, perché la lotta all’insetto vettore è stata trascurata e monitoraggi e campionamenti degli ulivi ancora oggi si basano principalmente su analisi visiva di piante troppo spesso asintomatiche”.
Per precisare quanto grave sia la situazione basterebbe ricordare che la malattia, dopo aver causato il disseccamento degli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando sino alla provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione. La xylella è certamente la peggior fitopatia attualmente in Italia ed ha già colpito il 40% della regione, con un danno al patrimonio olivetato che ha superato 1,6 miliardi di euro.