Conad chiude il 2020 con un fatturato di 15,7 miliardi di euro, in crescita del 10,2% sull’anno precedente, considerando anche l’integrazione dei punti di vendita Auchan Retail Italia. La quota di mercato ha guadagnato un punto percentuale, salendo al 14,8%. Conad conferma la propria leadership nel canale supermercati con una quota del 24,2%. «La diffusione del Covid-19 ha avuto effetti pesanti e diffusi – sottolinea l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese, nella foto – abbiamo garantito concluso l’operazione Auchan rispettando il piano e le previsioni, avviato l’ammodernamento della rete e fatto crescere i prodotti a marchio Conad.
In un panorama distributivo italiano che negli ultimi 10 anni è radicalmente cambiato, il giro di affari di Conad è aumentato del 61% e la sua quota di mercato è cresciuta di 5 punti percentuali a conferma della leadership raggiunta lo scorso anno. Con l’integrazione dei punti di vendita Auchan vogliamo diventare determinanti in tutti i canali – ha detto il direttore generale Francesco Avanzini – per rendere la nostra rete ancora più efficace nel soddisfare le esigenze dei clienti, abbiamo definito un piano di investimenti da 1,487 miliardi di euro in tre anni per l’ammodernamento dei punti di vendita di ogni tipologia. Quest’anno abbiamo aperto i nuovi Spazio Conad, negozi d’attrazione di grande metratura e nuovo disegno concettuale. Quanto a Auchan, spiega Pugliese, “abbiamo portato a termine in 16 mesi, nonostante i limiti posti dalla pandemia e seguendo le indicazioni puntuali dell’Antitrust, l’integrazione dei punti di vendita e di oltre 13.200 persone del gruppo distributivo francese nella nostra rete e in quella di primari operatori del settore. Abbiamo lavorato con le istituzioni anche quest’anno per dare a quasi 2.500 persone una soluzione occupazionale al di fuori del sistema ex Auchan e stiamo ancora lavorando, e lo faremo anche nei prossimi mesi, per non lasciare senza soluzioni altre 500 persone. Lo scorso anno avevo detto che, rispetto ai 6.200 di partenza, avremmo ridotto a meno di 1.000 il numero delle persone in esubero a fine 2020: grazie all’azione dei competenti ministeri e di diverse aziende del settore, oggi posso dire che ci siamo riusciti»”