Si chiama Sogniario ed è un’applicazione per telefoni cellulari alla quale stanno lavorando l’università di Camerino e la Scuola Imt Alti Studi di Lucca. Il nome deriva dalla combinazione tra sogni e diario e, nei piani dei ricercatori che la stanno sviluppando servirà a registrare e catalogare i sogni e prendere nota della qualità del sonno. “Dormiamo perché il sonno è uno strumento necessario per il benessere del nostro cervello”, spiega Michele Bellesi, professore associato presso la Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria dell’ateneo marchigiano, che sta lavorando a un nuovo progetto volto alla valutazione dell’uso del sonno e dei sogni come strumento “per studiare e valutare l’impatto di eventi catastrofici come un sisma o l’attuale pandemia sulla salute mentale della popolazione colpita”. Da qui l’idea di un’App, alla cui realizzazione stanno collaborando la professoressa Emanuela Merelli della sezione di Informatica della Scuola di Scienze e Tecnologie di Unicam e Giulio Bernardi della IMT. Sogniario permetterà al team di ricercatori di costruire un archivio di dati riguardanti i sogni e il sonno che non ha precedenti sul territorio italiano. Grazie poi a innovative tecniche di analisi della neuro-linguistica computazionale applicate a grandi masse di dati, quali sono i Big Data, il gruppo coordinato da Bellesi proverà ad estrapolare fattori predittivi dello stato di salute cognitivo e ed emotivo della popolazione di riferimento partendo dall’esame del contenuto dei sogni e dalla qualità soggettiva del sonno. “L’obiettivo – conclude il docente – è di creare uno strumento semplice e automatizzato che possa aiutare a misurare l’impatto di eventi catastrofici sulla salute mentale di intere popolazioni e che consenta di incrementare l’efficacia delle tecniche di intervento post-disastro indirizzandole verso le fasce di popolazioni più vulnerabili”. Bellesi è un eccellente esempio di ‘rientro dei cervelli’: dopo aver conseguito il dottorato di ricerca, ha lavorato al ‘Center for Sleep and Consciousness’, presso l’università del Wisconsin-Madison, e ha proseguito la sua attività di ricerca all’università di Bristol, in un team di fama internazionale, per poi tornare in Italia.