La possibile aggregazione con Mps (MI:BMPS) non ha rappresentato causa di rottura tra Jean Pierre Mustier e Unicredit (MI:CRDI) alla base della decisione del Ceo di lasciare la banca a fine mandato. A spiegarlo è stato Pier Carlo Padoan, nuova entrata di Unicredit e futuro Presidente del cda nel corso di un’intervista al Financial Times dedicata alla questione Unicredit.
“Il dossier Mps non è stato una fonte di disaccordo”, spiegava Padoan nell’intervista, aggiungendo che la sua nomina “non era politica e non ha nulla a che fare con Mps, come hanno scritto i media”.
Se il ‘pomo della discordia’ potrebbe non essere la banca senese, secondo il Financial Times resta l’incompatibilità tra Mustier e Padoan. Fonti del quotidiano britannico, infatti, raccontano di una videocall di domenica notte in cui apparivano evidenti le differenze sul piano strategico tra le due visioni.
Padoan, racconta il quotidiano, avrebbe detto a Mustier che, piuttosto che guardare al di fuori dell’Italia e tagliare i costi, Unicredit avrebbe dovuto concentrarsi sul proprio mercato domestico”, quindi sull’Italia.
Anche con l’esclusione di Mps, a pesare sulla posizione di Mustier restava la contrarietà del francese a qualsiasi operazione di M&A, mentre il cda premeva verso operazioni di fusione dopo quella tra Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Ubi Banca (MI:UBI).
Tra le scelte contestate a Mustier, aggiunge il FT, c’era quella dello spin off delle attività estere di Unicredit per creare una subholding da quotare in Germania.
Inoltre, con la vendita di Pioneer e Fineco Mustier venne criticato per aver “svenduto i gioielli di famiglia”.
Il cda aveva già comunicato a Mustier l’ingaggio della società Spencer Stuart finalizzato alla ricerca di un nuovo amministratore delegato.
Infine, nell’ultimo periodo, nel cda della banca erano rimasti davvero in pochi gli alleati dell’AD francese: “c’erano delle sfumature diverse, ma nessuno all’interno del board si è opposto al suo addio”.
Mauro Speranza, Investing.com