“La mia proposta di candidatura insiste sulla tradizione, la città ha avuto sindaci molto importanti da Ernesto Nathan a Giulio Carlo Argan, un paradigma, un critico d’arte a guidare la città d’arte per eccellenza. Roma ha una importanza per i musei non inferiore a Parigi, il mio progetto è far diventare la Capitale un posto dove si viene per vedere un patrimonio museale ed archeologico non inferiore a Parigi”. Vittorio Sgarbi lancia la sua candidatura per il Campidoglio con un comizio di oltre 40 minuti sotto ai tendoni di una tavola calda a metà strada tra il Pantheon e il Parlamento. Non è la prima volta che il deputato, nonché sindaco di Sutri, tenta l’avventura a Palazzo Senatorio. Sotto una fitta pioggia Sgarbi puntualizza: “Farò il sindaco gratis. Credo di essere di tutti i candidati quello che ha più titoli e meno ambizione di fare il sindaco di Roma”. Il critico d’arte avanza anche una squadra di possibili nomi per una sua eventuale giunta: “Geminello Alvi, confido voglia accettare la mia proposta da assessore al Bilancio. E poi prenderei Marcello Minenna, Carla Romana Raineri, Paolo Berdini e Massimo Colomban, che hanno dimostrato dignità andandosene. Personaggi formidabili che non hanno retto l’urto con l’inetta”. Si tratta infatti di 3 ex assessori e del primo capo di gabinetto di Virginia Raggi. Quindi Sgarbi ha chiosato: “Nel 2021, dopo il Dio mascherina, arriverà il Dio vaccino, quando io sarò sindaco avremo una città libera dal virus, sarà l’anno di Dante, la cosa più importante da celebrare in Campidoglio. È un anno simbolicamente adeguato, la fine peste corrisponde con la fine dell’epoca Raggi, la libertà corrisponde all’epoca Raggi.