Crolla la produzione di olio extravergine d’oliva italiano, ma la qualità resta eccellente: è quanto emerge dall’indagine condotta dagli osservatori di mercato di CIA-agricoltori italiani, Italia Olivicola e Associazione italiana frantoiani oleari (AIFO), che fotografa un’Italia dell’olio spaccata in due, con la produzione al Sud in forte calo rispetto allo scorso anno. Secondo l’indagine la campagna che sta iniziando segnerà un -36% con una previsione di poco più di 235.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte a fronte delle oltre 366.000 tonnellate della scorsa stagione. A trascinare al ribasso le stime saranno, appunto, le regioni del Sud, da cui dipende gran parte della produzione italiana: evidente il calo della Puglia (-51%) che risente in maniera pesante della ciclicità del raccolto, con l’attuale stagione di scarica, a due anni dalla gelata che azzerò la raccolta nelle province di Bari, Bat e Foggia destabilizzando le piante. Non si arresta il crollo del Salento flagellato dalla xylella dove si stimano 2000 tonnellate di olio ed un calo del 50% rispetto allo scorso anno. La Puglia, nonostante quest’annata difficile, resta il polmone olivicolo nazionale con le 101mila tonnellate di prodotto stimate, pari al 44% della produzione italiana complessiva. Al secondo gradino sale, a sorpresa, la Sicilia (-17% rispetto allo scorso anno) che supera la Calabria (-45%) grazie alle buone temperature di queste settimane. Segno negativo anche per altre regioni importanti dal punto di vista produttivo come Campania (-12%), Basilicata (-20%), Molise (-20%), Sardegna (-26%) e Abruzzo (-33%). Situazione ribaltata nelle regioni centrali e settentrionali, invece, grazie al clima positivo durante il periodo della fioritura e agli attacchi contenuti della mosca. Sostanzialmente stabile la produzione nel Lazio (+6%), ottimi rialzi per Toscana (+24%), Umbria (+40%), Marche (+48%), ed Emilia Romagna (+52%). L’oscar per il miglior incremento produttivo, nonostante le quantità sempre di molto inferiori alle regioni a maggior vocazione olivicola, lo vince la Lombardia (+1727%) che passa da 123 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte alle 2248 tonnellate stimate per quest’annata. Grande crescita anche per Liguria (+145%), Trentino Alto Adige (+265%), Friuli Venezia Giulia (+770%) e Veneto (+995%).
Per quanto riguarda la Puglia, che da sola sfiora, quasi la metà della produzione olearia di extravergine, nelle province di Bari e BAT, areale più produttivo della regione e dell’Italia, si attende un calo della produzione dell’ordine del -55% rispetto all’annata precedente. La campagna 2019/2020, infatti, era stata abbondante e non sorprende ora che a prevalere siano oliveti con minore produzione a causa del tipico fenomeno dell’alternanza. Come spesso accade in olivicoltura, la produzione non è uniforme ed accanto ad oliveti scarichi se ne osservano altri con buoni livelli di carica. In generale, repentini abbassamenti di temperatura in fioritura associati a condizioni climatiche avverse, piogge e venti forti, hanno fatto sentire i loro effetti negativi in particolare sulla cultivar Coratina mentre le Cima di Bitonto e Favolosa ne hanno risentito di meno, e tanto la fioritura quanto la fruttificazione sono risultate migliori. Complessivamente però il risultato è negativo e la produzione attesa non si ritiene supererà il 45% dei quantitativi raggiunti nella scorsa annata. In provincia di Foggia, l’areale dell’Alto Tavoliere, dove a prevalere è la varietà Peranzana, tardiva e che ancora non ha raggiunto la maturazione, è presente una buona produzione e i frantoi sono previsti in apertura nella seconda metà di ottobre. Nel basso Tavoliere e sul Gargano la produzione risente invece di eventi atmosferici sfavorevoli, dai ritorni di freddo in primavera alle grandinate di agosto accompagnate da precipitazioni intense, le cosiddette bombe d’acqua, tanto che in poche ore è caduta la metà della pioggia di un intero anno. Fatte le dovute mediazioni a livello provinciale ci si attende una riduzione rispetto alla campagna precedente di circa il -35%. In provincia di Lecce le indagini sul territorio non possono non rilevare un calo produttivo (-50%) dovuto sì all’andamento climatico sfavorevole ma soprattutto all’avanzare della Xylella, disseccamento rapido dell’olivo. Non si supereranno, comunque, le 2000 tonnellate di olio prodotto.