Il Lazio diventa un caso nazionale sotto il profilo Covid e le autorità sanitarie regionali sono impegnate al massimo per tappare le falle di un sistema che sembrava aver retto fin qui egregiamente. Onore al merito del team dello Spallanzani che ha tenuto duro fin qui. I dg di Asl e Aziende Ospedaliere fanno del loro meglio per tenere sotto controllo la situazione e non pare che ci sia un’area tranquilla o investita solo marginalmente dal ciclone pandemico. E’ già tanto se non si lasciano prendere da una comprensibile crisi di nervi. A giocare di rimessa è quasi solo la Dg di Rieti Marinella d’Innocenzo, nelle province meridionali la Magrini (Frosinone) si arrangia e Casati (Latina) è in trincea. Non ha tregua la Donetti (Viterbo), non trova pace Quintavalle (Asl Roma 3 e Asl Roma 4). Non riescono a pensare al futuro e alle loro prospettive di carriera (le abbiamo raccontate la scorsa settimana) Santonocito a Tivoli e Mostarda ad Albano, tutti diligentemente schierati a monitorale scuole e centri privati e a mettere in campo ogni tipo di iniziativa possa risultare utile. Basterà? Respirano solo – per ovvi motivi – i manager che governano la sanità della capitale. La pandemia li investe solo di riflesso. Ma la loro difficoltà è soprattutto quella di cercare di garantire le prestazioni “normali” di milioni di utenti e le urgenze. Passate le regionali non è passato il Covid, di tutto il resto si parlerà quando il virus sarà sotto controllo. Di risiko delle poltrone, per ora, non si parla proprio.
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio