L’influenza stagionale sbarca ufficialmente in Italia, inaugurando una stagione di difficile convivenza con il coronavirus. Il virus, di specie A, è stato identificato in Italia per la prima volta quest’anno a Parma. La diagnosi risale al 26 settembre, ad opera di Flora De Conto insieme a Maria Cristina Arcangeletti nei Laboratori di Virologia Molecolare e Virologia Isolamento agenti virali dell’Unità di Virologia, diretta da Adriana Calderaro, Direttore della Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma. L’impiego di tecnologie molecolari avanzate, in sinergia con metodi colturali convenzionali, in uso presso l’unità di Virologia, ha permesso una diagnosi rapida di infezione da virus ‘influenza A’ da un aspirato naso-faringeo di un bambino di 9 mesi ricoverato nel reparto di Pediatria – Sezione Infettivi; il bambino era stato ricoverato il giorno prima con febbre e difficoltà respiratorie riferite a una generica affezione dell’apparato respiratorio per la quale non era stato formulato un sospetto clinico di influenza. Nello stesso campione biologico dello stesso paziente è stato anche identificato Rhinovirus, agente responsabile del raffreddore comune, documentando un’infezione mista dai due virus. Si stima che ogni anno le infezioni causate dall’influenza, che circola causando episodi epidemici ricorrenti e generalmente collocati nella stagione invernale nei Paesi a clima temperato, siano responsabili di 3-5 milioni di casi con quadri clinici severi, soprattutto per quanto riguarda i soggetti maggiormente a rischio, rappresentati da bambini, persone anziane e individui affetti da malattie cardiache e respiratorie croniche. Il virus influenza A identificato all’Unità di Virologia appartiene al sottotipo H3 di emoagglutinina (verosimilmente associato al sottotipo N2 di neuraminidasi), ossia uno dei sottotipi, assieme a H1, circolanti ormai da anni nell’uomo, anche se con fluttuazioni annuali della loro presenza. Infatti, in linea con i dati di sorveglianza epidemiologica europea, anche all’unità di Virologia è stata osservata una prevalenza di influenza A H3 nella stagione epidemica invernale 2016-17, un’inversione di tendenza con prevalenza assoluta di influenza A H1 nel 2017-18, una co-circolazione di entrambi i sottotipi nelle stagioni epidemiche invernali 2018-19 e 2019-20. L’identificazione del virus Influenza A nel mese di settembre è rilevante anche dal punto di vista epidemiologico in quanto dimostra che la circolazione di virus influenzali non è strettamente limitata alla sola stagione invernale e ribadisce la necessità di attuare da parte degli specialisti controlli puntuali e di applicare metodi diagnostici sofisticati, in grado di permetterne il rilevamento in maniera precoce e accurata.