Rete unica, Salvatore Rossi: la maggioranza spetta a Tim

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“La rete unica può essere un formidabile motore di crescita economica. Ne è convinto il Governo, ne sono convinti altri operatori, come Fastweb e Tiscali che hanno aderito al nostro progetto FiberCop per investire insieme e creare reti di nuova generazione”. Ne è convinto il presidente di Tim, Salvatore Rossi, che in un’intervista al Corriere della Sera fa notare come il “il lockdown ha messo sotto gli occhi di tutti una verità già emersa da tempo: l’importanza di essere connessi. Abbiamo anche capito come l’infrastruttura che assicura la connessione sia fondamentale per lo sviluppo di un Paese moderno”. E proprio “nei mesi del lockdown la nostra rete, grazie al grande lavoro delle persone di Tim, è stata in grado di gestire senza problemi volumi di traffico straordinari. Tim ha saputo costruire e conservare nel tempo una solida infrastruttura dai punto di vista ingegneristico. E’ per questa ragione che, qualsiasi azione si abbia in mente, si deve mettere Tim al centro”.  In questo contesto, prosegue Rossi, “è evidente che la composizione azionaria dell’eventuale società per la Rete unica dovrà riflettere i conferimenti dei diversi soggetti che andranno a confluirvi. Tim intende avere la maggioranza azionaria. Ma accetta di non avere la maggioranza del consiglio di amministrazione, perchè è evidente che esiste un tema di presenza pubblica e di garanzia di neutralità e di accesso equo alla Rete da parte di tutti i fornitori di servizi”. Non era meglio una Rete unica di Stato? “La storia economica insegna che un’impresa integralmente gestita dalla Stato è sempre meno efficiente di un’impresa privata, in qualunque Paese. La combinazione vincente è privato-pubblico, ci vogliono tutte e due le componenti”, ha risposto Rossi che, per quanto riguarda l’iter autorizzativo da parte delle autorità europee ha detto: “Dalle Autorità ci si attende un giudizio molto importante. La tutela della concorrenza è un tema centrale, ma va contemperata con l’interesse fondamentale dei consumatori a disporre del bene in questione, nel nostro caso di una Rete ultraveloce”. In questo contesto, prosegue Rossi, “è evidente che la composizione azionaria dell’eventuale società per la Rete unica dovrà riflettere i conferimenti dei diversi soggetti che andranno a confluirvi. Tim intende avere la maggioranza azionaria. Ma accetta di non avere la maggioranza del consiglio di amministrazione, perchè è evidente che esiste un tema di presenza pubblica e di garanzia di neutralità e di accesso equo alla Rete da parte di tutti i fornitori di servizi”. Non era meglio una Rete unica di Stato? “La storia economica insegna che un’impresa integralmente gestita dalla Stato è sempre meno efficiente di un’impresa privata, in qualunque Paese. La combinazione vincente è privato-pubblico, ci vogliono tutte e due le componenti”, ha risposto Rossi che, per quanto riguarda l’iter autorizzativo da parte delle autorità europee ha detto: “Dalle Autorità ci si attende un giudizio molto importante. La tutela della concorrenza è un tema centrale, ma va contemperata con l’interesse fondamentale dei consumatori a disporre del bene in questione, nel nostro caso di una Rete ultraveloce”.