
Napoli capitale del Mezzogiorno, in ogni caso piazza importante per lanciare un messaggio forte al governo. Qualunque sia il punto di osservazione, il tema del lavoro occupa gli ultimi giorni di campagna elettorale, con la proposta del centrodestra per rilanciare il ruolo di Napoli e con la mobilitazione dei sindacati confederali che venerdì avranno il leader della Cgil Maurizio Landini sul palco della manifestazione. Senza dimenticare la scuola, perché la fine della campagna elettorale coincide quasi con l’avvio delle lezioni in Campania. Dieci giorni più tardi che in altre regioni d’Italia. Per il presidente della Regione Vincenzo De Luca “una scelta rigorosa”, quella di rimandare al 24 settembre il suono della campanella, dettata dalla necessità di completare lo screening sierologico, che in Campania è obbligatorio, per il personale scolastico. “Stiamo facendo di tutto per aprire in sicurezza”, avverte De Luca attraverso i social. Sicurezza mancata, secondo la competitor del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino, che accusa De Luca di non aver collaborato con il Governo e di non aver fatto nulla in 5 anni per l’edilizia scolastica “con edifici fatiscenti e classi pollaio”. Ma la scuola invade il dibattito politico anche sotto l’aspetto occupazione. La denuncia arriva dalla candidata di Fratelli d’Italia Gabriella Peluso. Che accusa, oltre alla direzione scolastica regionale, anche l’assessorato campano. “I docenti precari non sono stati ancora chiamati in servizio – dice – e versano in una situazione di totale incertezza sul loro futuro lavorativo”. Se c’è chi guarda al futuro prossimo, c’è anche chi vede oltre l’orizzonte della prossima legislatura. Stefano Caldoro presenta il progetto Napoli 2030, per “ridisegnare la grande area metropolitana partendo dalla necessità di contrastare la pesante crisi economica e demografica, con i relativi impatti occupazionale”. E oggi inizia il secondo tour campano del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che chiuderà a Napoli proprio venerdì la campagna elettorale pentastellata. Dalla Campania l’esponente di vertice dei 5 Stelle si attende “un grande risultato”. Saranno sul palco anche il ministro Stefano Patuanelli, il vecepresidente del Senato, Paola Taverna, e il sottosegretario alle Infrastrutture Cancelleri, che già domani arriverà a dar manforte a Valeria Ciarambino, che sceglie il giorno in cui a Caivano si svolgono i funerali di Maria Paola, la ragazza morta in un incidente provocato dal fratello che non accettava la relazione con un giovane trans, per ricordare come il M5s sia impegnato anche sul tema dei diritti civili: “Sono la prima firmataria di una legge che è stata approvata in Consiglio Regionale contro la violenza omolesbotransfobica”.
Nei giorni che separano dal voto, c’è anche spazio per ricordare che si sceglierà se ridurre o meno il numero dei parlamentari con il referendum. De Luca propende per il no, sebbene il Pd abbia indicato il sì. E trova compagnia nei socialisti, con Bobo Craxi che da Salerno elogia il governatore uscente per la scelta. “C’è una parte della sinistra democratica che ha una coscienza”, dice. Mentre dal versante più moderato, anche +Europa, con Benedetto della Vedova che sarà domani a Napoli, si oppone alla riduzione dei seggi parlamentari. Sarà argomento di battaglia anche nella serata dei 5 Stelle. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in visita a Napoli, sostiene le ragioni del sì perché significa “rafforzare la nostra democrazia, allinearla a tutte le democrazie moderne e noi ci crediamo tanto”.