Bologna, persi 800 milioni di export da aprile e giugno

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Un rosso da 800 milioni: è il conto lasciato dalla pandemia nelle vendite all’estero delle imprese bolognesi, nel periodo compreso tra aprile e giugno scorsi. Una flessione di circa il 27% rispetto a giugno 2019. E’ quanto emerge dalle rilevazioni Istat rielaborate dall’Ufficio statistica della Camera di commercio di Bologna. In diminuzione anche le importazioni che registrano un calo del 22,7%, segnale rilevante considerando che la manifattura bolognese opera sulla trasformazione di materie prime e semilavorati. Nello specifico, perdono quasi un terzo del valore le vendite estere della meccanica (-30,6%), dove tutti i comparti presentano segni negativi. Segnano il passo macchinari ed apparecchi (-29,1% rispetto al giugno 2019); rallentamento a due cifre anche per computer, apparecchi elettronici e ottici (-27,2%), apparecchi elettrici (-28,3%) e metalli e prodotti in metallo (-26,1% a fine giugno). Calo importante per le vendite all’estero dei mezzi di trasporto, con una flessione del 35,5%. Unico segno positivo, il +36,6% delle vendite all’estero di prodotti farmaceutici; +6,8% anche per le importazioni. Sul fronte delle destinazioni, rileva la Camera di Commercio di Bologna, si registra una “frenata importante” per le vendite in Germania, principale meta della manifattura bolognese oltre confine: -24,3%. Andamento ancora più frenato negli Stati Uniti (-31,9%) ed in Francia (-29,3%).