Case vacanza, montagna batte mare per gli acquisti. Madonna di Campiglio in cima alla classifica dei prezzi

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Lo studio Fimaa-Confcommercio e Nomisma: le transazioni immobiliari nelle località montane sono aumentate dell’11,8% nel 2019 rispetto al 2018. E quest0anno l’85% della domanda è di soggetti italiani

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Più montagna e meno mare. Così sembrano orientarsi le scelte degli italiani negli acquisti delle case vacanze. E’ quanto mette in evidenza l’Osservatorio Nazionale Immobiliare Turistico 2020 di FIMAA-Confcommercio (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari) con la collaborazione di Nomisma, che ha analizzato i dati delle compravendite e delle locazioni di 150 località di mare e 55 di montagna e lago.

Nel 2019 le transazioni di immobili nelle località montane sono cresciute dell’11,8% rispetto al 2018, mentre a passo assai più ridotto sono cresciute quelle per abitazioni nei laghi (2,1%) e nelle località marittime (+3%). Nel 2020 si conferma invece una contrazione generale dei prezzi: nell’anno in corso  il prezzo medio per l’acquisto di un’abitazione turistica in Italia si attesta a 2.220 euro al mq commerciale, con una flessione annua pari a -0,8% in media.

A guidare la classifica delle città più care per l’acquisto di una casa vacanze quest’anno c’è Madonna di Campiglio, con valori che possono raggiungere i 13 mila euro al metro quadro. seguita da Forte dei Marmi (12.600) e Capri, che scivola dalla vetta in terza posizione  a 11.600 euro al metro quadro. Completano la top ten: Courmayeur  e Cortina d’Ampezzo, Santa Margherita Ligure, Porto Cervo, Positano, Porto Rotondo e Sirmione.

Sul fronte degli affitti, si registra un lieve aumento dei canoni (+0,2% medio) per i mesi estivi, pur con forti oscillazioni visto che si registrano cali fino al 6,7% e aumenti dell’1,4%.

L’effetto Covid si fa sentire soprattutto osservando la composizione della domanda di alloggi. Nessuna variazione sul lato degli acquisti: la domanda di abitazioni per vacanza risulta sostenuta in prevalenza dalla componente domestica nell’85% delle risposte, mentre nel restante 15% risulta alimentata da soggetti stranieri con percentuali simili allo scorso anno. Diverso invece il caso degli affitti, che hanno risentito più velocemente delle restrizioni imposte ai viaggi internazionali. Secondo gli operatori la domanda straniera passa dal 29% al 18%.

Repubblica.it