L’impatto del ‘Covid-19’ sul fatturato 2020 delle imprese marchigiane sarà di 425 milioni di euro di fatturato, 180 mln nel solo periodo marzo-aprile: la stima è contenuta nel rapporto ‘Trend Marche’, presentato da Cna e Confartigianato, in collaborazione con Ubi Banca. Dal 2009 ad oggi, nella regione sono scomparse 7.500 imprese artigiane, solo un quarto continua a fare investimenti e, come ha ricordato Ilario Favaretto, docente dell’università di Urbino, “la pandemia sta aggravando le difficoltà del sistema economico, che necessita urgentemente di interventi pubblici e privati mirati ad aiutare le varie filiere produttive”. Secondo il rapporto, il comparto più colpito è quello calzaturiero, che solo a marzo ha registrato una flessione del 59% della produzione, mentre il comparto mobili ha segnato un -47%. “La specializzazione settoriale delle Marche ha determinato un calo del 37,7% della media della produzione nei settori dell’artigianato, più marcato di quattro punti rispetto alla media nazionale – ha ricordato Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche -. Lo scenario intermedio dell’evolversi della pandemia prevede un calo dell’export delle Pmi marchigiane di 799 milioni di euro, mentre il settore turistico regionale, in caso di totale assenza di turisti stranieri tra marzo e agosto, subirà una flessione dei ricavi di 27,8 mln. Secondo un focus online condotto con alcune decine di imprenditori marchigiani, è emerso che, in un quadro di generale accelerazione della digitalizzazione, ci sono Pmi che stanno incontrando grosse difficoltà nel continuare l’attività, altre che si sono riorganizzate e altre ancora che hanno cambiato strategia, diversificando in vario modo. Le imprese che stanno reagendo meglio sono quelle dotate di un piano strategico e di un approccio flessibile ai mercati, da qui la necessità che tutte le imprese si dotino di un piano strategico, magari con l’aiuto dell’operatore pubblico. “La pandemia ha avuto tre effetti principali, il crollo del Pil, con le Marche più colpite rispetto ad altre regioni, un forte peggioramento della fiducia delle imprese e un netto cambio dei comportamenti che ha impattato sui consumi”, ha commentato Roberto Gabrielli, responsabile della macro area Marche e Abruzzo di UBI Banca. “Ma vanno ricordati anche i punti di forza del sistema – ha aggiunto -, che ci potranno aiutare ad uscire da questa crisi, come la ricchezza delle famiglie, cresciuta del 6% negli ultimi due mesi per effetto del calo dei consumi, del basso indebitamento delle famiglie e delle imprese italiane rispetto a quelle degli altri Paesi europei e di un sistema bancario nazionale molto più forte di quello che aveva affrontato la crisi del 2008. Gli investimenti sono necessari”.