Rivedere e ripensare il piano per il Sud messo in cantiere dal Governo alla luce della situazione del Coronavirus. Lo chiede, in un articolato documento, l’Osservatorio banche e imprese (Obi), nella foto il presidente Salvatore Matarrese, Osservatorio di economia e finanza che ha sede a Bari e mette insieme un ampio gruppo di docenti delle Università del Mezzogiorno, nonché imprenditori e case editrici. Per Obi, “il Mezzogiorno, per la fragilità del suo sistema economico ma anche sociale ed istituzionale, potrebbe risentire in maniera ancor più amplificata della caduta produttiva e della contrazione del Pil. Anche in questo caso – si evidenzia – i tempi sono fondamentali. Altrettanto fondamentali saranno la gestione efficiente delle risorse esistenti e la programmazione del prossimo ciclo di finanziamenti comunitari 2021/2027”. Secondo l’Osservatorio, “l’emergenza sanitaria che riguarda anche il Sud non dovrà diventare emergenza economica acuendo più di quanto avviene i ritardi del Mezzogiorno. È evidente – afferma Obi – che l’azione intrapresa per restituire al Sud una condizione funzionale, finanziaria, di investimenti adeguata non può essere bloccata o rallentata a livello europeo, nazionale e regionale. Il piano per il Sud proposto alcuni mesi fa dal Governo va completamente rivisto e rinegoziato”.Per l’Osservatorio, “l’emergenza da coronavirus ha portato alla luce le debolezze del Paese oltre che i rischi di un suo pericoloso arretramento. Ma ha evidenziato anche – si rileva – il quadro dei comparti, settori, degli interventi per rimediarvi. definitivamente ha messo in luce le storture accumulate in decenni di disimpegni dello Stato da settori vitali della sua organizzazione istituzionale, economica, sociale, sanitaria e civile. Ha riaffermato la necessità di una programmazione di medio e lungo termine”. Secondo l’Osservatorio, “è tempo di ripensare quindi lo Stato (e le Regioni) per renderlo più funzionale agli obiettivi di sviluppo integrato ed integrale del Paese. In questo senso – si sostiene – l’emergenza che da sanitaria si è trasformata in economica, sociale, scolastica, civile, istituzionale, può diventare una opportunità da non vanificare”. Per l’Osservatorio, “bisogna ora combattere un virus più temibile del coronavirus: la crisi di fiducia. È importante – si evidenzia – ridurre le incertezze e predisporre velocemente un piano di interventi economici e finanziari per riavviare l’economia, evitando che la crisi sanitaria diventi una crisi sistemica ed irreversibile”.Circa le misure strutturali, per l’Osservatorio andranno attuate quelle “volte ad assorbire i negativi effetti dell’emergenza sanitaria già prodotti e che continueranno a prodursi anche nel futuro”. Secondo l’Osservatorio, “per le imprese, oltre all’accesso a finanziamenti volti a fornire liquidità immediata e resa disponibile con le misure emergenziali, è fondamentale che sia garantito un accesso al credito anche di medio lungo termine a condizioni di vantaggio che dovrebbero essere tanto meno onerose quanto maggiori sono stati i danni subiti per l’emergenza sanitaria”. “Tali crediti – sostiene Obi – dovrebbero finanziare gli investimenti necessari a far contenere i costi e ad aumentare l’efficienza, quando non a riconvertire, lì dove possibile, le attività produttive che non potranno essere svolte con le stesse modalità del passato”. Infine, dice l’Osservatorio, “un sistema di garanzie statali, anche sui prestiti a più lunga scadenza, è necessario per compensare le perdite che potrebbero derivare al sistema bancario per aver concesso crediti ad imprese che presentano adesso più alte probabilità di default”.