LUCIANO CANFORA RACCONTA LE DUE ANIME DI CONCETTO MARCHESI
Luciano Canfora (Bari, 5 giugno 1942) al Palazzo Mattei di Paganica a Roma ha presentato “Il sovversivo. Concetto Marchesi e il comunismo italiano” (Laterza). Paolo Mieli ha scritto sul Corriere della Sera: «Concetto Marchesi (1878-1957) è stato uno dei più grandi studiosi novecenteschi del mondo antico. Probabilmente il più grande: la sua Storia della letteratura latina fu considerata un classico fin da quando fu pubblicata nel 1927. Marchesi è stato, però, anche un importantissimo intellettuale comunista.E, forse,qualcosa di più di un intellettuale che si professava comunista. Arduo descriverne la vita. Nessuno avrebbe potuto cimentarsi con tale impresa meglio di Luciano Canfora. […] Non una sola parola nel libro di Canfora è volta a metterne in dubbio la grandezza. Anzi.Ma non se ne tacciono le ambiguità. […] Canfora parla delle “due vite” di Concetto Marchesi. Quella“di uomo di genio, con la sua grandezza, le sue debolezze, le sue zone d’ombra, il suo fiuto politico talora lungimirante, il suo caratteriale individualismo”. E quella del mito postumo creato dal Partito comunista, “alla cui costruzione, per certi versi, egli stesso non fu estraneo”. Questa “seconda vita, cucitagli addosso”, secondo Canfora, “col passar del tempo”, gli avrebbe “nuociuto”. Non eccessivamente,però. Il nostro, in fondo,è un Paese che non disdegna questo genere di miti postumi. Miti divenuti con il tempo parte integrante della biografia complessiva degli italiani».
MIA MARTINI (FAMMI SENTIRE BELLA) ERA PARTITA DA BAGNARA CALABRA
Mia Martini (Bagnara Calabra 20 settembre 1947) è stata celebrata su Rai Tre in “Fammi sentire bella”, un programma di Giorgio Verdelli. Silvia Fumarola ha scritto su la Repubblica: «Ascoltarla è sempre un’emozione: potente quando canta, fragile e autoironica quando si racconta. Unica. “La felicità”,spiegava Mia Martini, “è dormire otto ore a notte sempre nella tua casa, con la tua famiglia. Invece non dormo quasi mai, sono sempre in macchina, sto andando in un paese qualunque: devo essere sempre brava, sempre in forma, sempre bella per quanto mi è possibile. Non ho amici”. A venticinque anni dalla morte (il 12 maggio 1995),il docufilm di Giorgio Verdelli […] la celebra come merita. “Volevo restituire Mimì nella verità”, dice il regista-autore. “Credo che sia il primo documentario in cui ci sono le sue tre sorelle, Loredana, Leda e Olivia. L’idea era di metterla al centro come grande artista: dei suoi amori sfortunati, della sua vita, parla lei. Non volevo fare cose pietistiche, ma mettere in luce anche il suo modo di prendersi in giro, la sua risata. Dori Ghezzi è stata meravigliosa,come tanti amici che mi hanno fornito materiali inediti. Ho trovato i filmati nella sede Rai della Calabria: conoscevo Mimì e posso dire che il ritratto è autentico”. Un lavoro prezioso, commovente, ironico. Mia Martini parla del grande amore, Ivano Fossati, racconta che era geloso. “Quando portai a Sanremo nell’82 “E non finisce mica il cielo” mi disse ‘Io non ti accompagno neanche a Bordighera’, ma il brano ai critici piacque talmente tanto che fu inventato apposta il Premio della critica”. Tante le testimonianze (Gianna Bigazzi, Dario Baldan Bembo, Serena Rossi, Arbore, Mollica, Gragnaniello): Sonia Bergamasco tiene il filo del racconto. La sorpresa è il singolo inedito “Fammi sentire bella”(che dà il titolo al programma, prodotto da Indigostories) scritto da Giancarlo Bigazzi e Angelo Valsiglio.
CATERINA CASELLI RACCONTA MIA E HA LOTTATO PER IMPORRE LASUA ULTIMA CANZONE
Pubblicato postumo da Sugar, sarà disponibile negli store digitali e sulle piattaforme streaming. Caterina Caselli nella sua lunga carriera ha “incrociato” molte volte Mia Martini, “ma purtroppo non posso dire di essere stata sua amica, era un’artista straordinaria”.Però, signora Caselli, è lei a pubblicare la canzone mai ascoltata: che effetto fa? “Mi emoziona. La acquistammo grazie a una segnalazione di Gianna Bigazzi, che aveva un rapporto di amicizia profondo con Mimì. Il marito Giancarlo ha scritto brani bellissimi per lei. Non sapevo dell’esistenza di questa canzone”. Avete mai lavorato insieme? “No, non abbiamo mai lavorato per Mimì, ma la mia ammirazione nei suoi confronti è sempre stata grande. Per questo volevo che “Fammi sentire bella” avesse il giusto palcoscenico, pensavo che sarebbe stata perfetta per un film. Poi per una ragione o per l’altra non è successo. Ho saputo da Giorgio Verdelli, che stimo molto, che stava preparando il docufilm”. Così è diventata la sigla di un documentario in cui, oltre a tanti amici e colleghi, è la stessa Mia Martini a raccontarsi. “Sono felice di aver resistito alle richieste, aspettando il luogo giusto per farla ascoltare. Non volevo che si mischiasse con operazioni commerciali. Sono stata sempre dalla parte di Mimì”».