
Per la prima volta in Italia sono state identificate e denunciate 223 persone accusate di aver acquistato abbonamenti pirata su internet che consentivano di vedere i contenuti delle principali piattaforme televisive a pagamento (film, serie ed eventi sportivi).
L’operazione è stata portata avanti dal Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza e mira anche all’identificazione di ulteriori possibili soggetti coinvolti. Acquistando abbonamenti di questo tipo i clienti si rendono responsabili del reato di ricettazione. La legge sul diritto d’autore prevede la confisca degli strumenti utilizzati per la fruizione del servizio; di conseguenza, ai 223 clienti in caso di condanna verranno confiscati televisore, computer e smartphone. Le sanzioni prevedono, inoltre, la reclusione fino a otto anni e una multa di 25 mila euro, oltre le spese legali.
«Esprimo soddisfazione per gli ultimi progressi nelle azioni di contrasto ai fenomeni di pirateria che colpiscono l’industria audiovisiva. Un segnale importante per chi lavora e investe nel settore dell’industria creativa». Così il presidente della Federazione italiana editori giornali, Andrea Riffeser Monti, ha commentato la notizia dell’operazione del Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di finanza. «L’accesso a prodotti tutelati dal diritto d’autore, senza pagare i relativi canoni, oltre a costituire un reato, rappresenta un grave danno non solo per le aziende di settore ma per la società tutta».
«L’auspicio è che analoghe iniziative siano intraprese tempestivamente anche nel settore editoriale, con l’impegno di tutte le forze preposte alla tutela dell’informazione, amministrative e giudiziarie, per garantire libertà di stampa e pluralismo informativo».
Riffeser ha spiegato che a riprova della pervasività dei fenomeni di pirateria digitale, basta citare i dati sulla lettura dei quotidiani registrati da Audipress, dai quali risulta che oltre i due terzi dei lettori di giornali hanno avuto la copia da altri, in prestito o comunque trovata, e solo un terzo dei lettori dichiara di averla acquistata.
«Occorre far comprendere che anche i contenuti di qualità prodotti con l’investimento di ingenti risorse», ha concluso il presidente di Fieg, «economiche e professionali, da parte delle imprese editoriali non possono essere sfruttati liberamente né fruiti al di fuori di ogni contesto di legalità, se non a rischio di possibili sanzioni per i diretti fruitori dei contenuti illeciti, dalla confisca alla multa fino alla reclusione. Occorre, infine, far sapere ai lettori che comprare il giornale e scegliere l’informazione di qualità significa sostenere la democrazia».
ItaliaOggi