Nulla meglio dell’hospitality può rendere il concetto di lusso esperienziale. Così, forte dell’acquisizione del gruppo di hotellerie di lusso Belmond e seguendo gli esempi riusciti di maison proprie come Bulgari o di rivali del calibro di Chanel, Armani e Prada (attivi tra menù stellati, alberghi o pasticcerie), Lvmh punta a diversificare con i suoi marchi. Si parte con la ristorazione che riguarderà la griffe Louis Vuitton e il gioielliere Tiffany, appena entrato nel polo francese e già attivo con due Blue Box Cafè, a New York e Shanghai.
Dopo aver conquistato la storica insegna Cova di Montenapoleone, diventata catena internazionale di Lvmh, ed essersi esercitato l’anno scorso con il cafè pop up di Fendi da Harrods, il gruppo ha annunciato il debutto del monogram con una doppia insegna affidata al giovane chef Yosuke Suga, e situata all’ultimo piano della boutique Louis Vuitton di Osaka, che schiude le porte il 1° febbraio. C’è Le Cafè V, che a dispetto del nome è un ristorante e in maniera informale offre il pranzo al bancone. Ma si può scegliere l’atmosfera rarefatta dell’attiguo e lussuoso Sugalabo V (gemello dello storico Sugalabo di Tokyo) con vista sui grattacieli. Data fissata per gustare il primo menù firmato dallo chef giapponese sarà il 15 febbraio.
Nel confermare la notizia apparsa sul sito Wwd, Michael Burke, presidente e ceo di Vuitton, ha detto che «più ristoranti e persino hotel potrebbero essere in cantiere per il marchio».
A proposito di progetti, sempre a febbraio durante la settimana della moda londinese aprirà da Harrods sotto l’egida del marchio Tiffany il nuovo Blue Box Cafè del brand di gioielli rilevato da Lvmh. La location «a tempo», è la stessa che ospitò il Pradasphere, e poi il Fendi Cafè dove il cappuccino era servito con il logo a doppia F della maison romana.
«Offriremo ai nostri clienti in città un’ulteriore esperienza per immergersi nel mondo Tiffany», ha spiegato Richard Moore, divisional vice president, global store design e creative visual merchandising di Tiffany&Co. Intanto sono già partite le prenotazioni sul sito per il periodo che va dal 14 al 20 febbraio.
Come i ristoranti aperti prima a New York, dove la storica sede è in fase di ristrutturazione, e poi a Shanghai, nel cafè di Tiffany si potrà fare colazione, optare per la pausa pranzo o il tè delle cinque sentendosi come all’interno di una Blue Box, la scatola color uova di pettirosso, che insieme al Blu Tiffany è marchio registrato del gruppo.
Il connubio moda e ristorazione, oltre a costituire vetrine di lusso avvicinabili anche dal grande pubblico, è anche quello che si presta di più a ciò che gli esperti chiamano «made for Instagram», con riferimento ai locali compatibili con i social. Ne hanno fatto tesoro, fra gli altri, Gucci con la sua Osteria, esempio di alta cucina e informal dining come l’hamburger. E lo stesso ha fatto sempre Kering con Bottega Diner, hamburgeria di lusso a tempo aperta a Miami l’anno scorso.
Francesco Sottilaro, ItaliaOggi