I dati dell’annuario statistico: le retribuzioni in crescita dell’1,5% grazie allo stop del blocco agli aumenti contrattuali per il pubblico impiego
Dopo nove anni di calo gli stipendi degli italiani tornano a salire. È quanto mette in evidenzia l’annuario statistico dell’Istat. L’istituto ha rilevato un aumento delle retribuzioni contrattuali orarie dell’1,5%. “Tale variazione- si spiega – è stata determinata per più di due terzi dai miglioramenti economici intervenuti nell’anno. Il contributo maggiore è derivato dagli aumenti retributivi previsti per la quasi totalità dei dipendenti pubblici (+2,6%) dopo il blocco contrattuale che si protraeva dal 2010”.
Nel settore privato – rileva ancora Istat – la crescita ha presentato un andamento più regolare (+1,1 per cento) come sintesi di una dinamica più favorevole nei servizi privati (+1,3 per cento) rispetto a quella dell’industria (+0,9 per cento).
Sempre sul fronte economico, l’annuario mette anche in luce come le disuguaglianze tendano ad ampliarsi con l’incremento dei redditi. “All’aumentare del reddito familiare – si spiega – si acuiscono anche le disuguaglianze: i comuni centro area metropolitana registrano sia il più alto reddito netto medio familiare sia il più alto rapporto di disuguaglianza Andamento opposto per i comuni fino a 50 mila abitanti che si caratterizzano per avere il reddito più basso accompagnato dalla disuguaglianza dei redditi più bassa”.
Relazione opposta a quella che si registra invece su base regionale: “nel Nord-est, caratterizzato dal reddito netto medio familiare più elevato (41.019 euro a fronte di 36.293 euro dei residenti in Italia), si osserva – viene spiegato – una disuguaglianza dei redditi più bassa rispetto alle altre aree”.
Repubblica.it