Ieri Wall Street ha chiuso a mezzogiorno per cominciare a festeggiare l’Independence Day e, nonostante le contrattazioni ridotte, i tre maggiori indici hanno toccato i massimi sulla scommessa di un taglio dei tassi il 30 e 31 luglio. Nel frattempo il presidente Donald Trump ha continuato a twittare su diversi temi, toccando anche Cina ed Unione Europea assieme sul tema delle valute.
Oggi l’Asia scambia dimessa, alle ore 7:30 italiane il Nikkei sta chiudendo la corsa in rialzo dello 0,25%, mentre Hong Kong perde lo 0,04% e Shanghai cede lo 0,27%. Resta solido l’oro a 1.421,8 dollari l’oncia, scivola il petrolio Wti americano dello 0,66% a 56,96 dollari il barile. Le valute si posizionano vicine alla chiusura di Wall Street con l’euro a 1,1285, lo yen a 107,8, la sterlina 1,2585 in salita dello 0,12%. Per ora non risentono dei tweet del presidente.
Il T bond americano continua a essere comprato su attese di tagli, con il rendimento che di conseguenza scende all’1,95%. E il decennale giapponese, percepito come un investimento di salvaguardia dai mercati, a sua volta si porta ancora più in negativo al -0,154%. Dal canto su il Bund tedesco sta vedendo quota -0,4% (-0,382%), vicino al tasso applicato dalla Bce alle banche europee (-0,4% per l’appunto).
In un tweet Trump ha accusato la Cina e l’Europa di giocare a un grande gioco di manipolazione valutaria e di pompare denaro, come hanno fatto per molti anni.
Il tweet di Trump è arrivato il giorno dopo che il presidente ha annunciato due nuovi nomi per il board di 7 persone della Federal Reserve, ovvero Judy Shelton e Christopher Waller. Due persone che condividono con lui l’esigenza di portare i tassi a zero di nuovo in tempi brevi (12-24 mesi). Trump critica la Fed dallo scorso anno per aver alzato i tassi di interesse e ora per non essere veloce nel ridurli. Il governatore Jerome Powell, designato dallo stesso presidente due anni fa a sostituire Janet Yellen, continua a ripetere che la Fed è indipendente dalla politica. Ora però i mercati annusano aria di riduzione del costo del denaro per almeno 50 punti base nel meeting del 30 e 31 luglio. Ecco perché ieri hanno toccato i massimi.
Trump si è mosso, scrivono le testate americane, perché la designazione di Christine Lagarde come prossima guida della Bce dopo l’uscita in autunno di Mario Draghi fa capire ai mercati che la politica espansiva degli ultimi anni verrà portata avanti da Francoforte. Con un conseguente indebolimento dell’euro. Gli occhi degli investitori sono puntati sul dato relativo all’occupazione e ai salari Usa di giugno. Se risulteranno sotto le attese, la Fed potrà essere incentivata a tagliare i tassi.
Intanto Reuters e Bloomberg scrivono che i colloquii fra Washington e Pechino riprenderannno via telefono a livelli alti la settimana prossima dopo l’esito positivo del G20 a Osaka a fine giugno. “Questi colloqui continueranno sul serio questa settimana,” ha detto il consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow durante un briefing. I principali negoziatori sul lato della guerra dei dazi Usa-Cina sono il rappresentante commerciale americano Robert Lighthizer e il segretario al tesoro Steven Mnuchin, mentre il negoziatore principale della Cina è il vice premier Liu He.
Elena Dal Maso, Milano Finanza