Stare in rete aumenta la forza competitiva delle imprese, favorisce l’innovazione, ne accresce le performance globali. Non sono solo obiettivi teorici ma risultati consacrati dai fatti, che ora la prima indagine condotta dall’Osservatorio nazionale sulle Reti d’impresa nato nel 2018, ha confermato. A dichiararlo è, infatti, la maggior parte delle reti del campione intervistato dall’Osservatorio, di cui il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia è socio fondatore, insieme a Infocamere e RetImpresa (Confindustria), e coordinatore scientifico. Più che raddoppiati nel solo ultimo biennio, sono oggi oltre 740 i contratti di rete in Veneto (circa 5.860 quelli nazionali), siglati da 2.755 imprese: di queste, il 31% fa riferimento al settore dei servizi, il 32% a quello dell’industria e dell’artigianato, il 16% all’agricoltura e pesca, l’11% al commercio, il 9% al turismo, il restante 1% ad altri settori (dati Infocamere, dicembre 2019). Se si analizza poi la distribuzione territoriale, il 21% delle imprese è localizzato in provincia di Verona, il 20% a Venezia, il 19% a Treviso, il 16% a Vicenza, il 6% a Belluno e il 3% a Rovigo. Se si guarda all’“origine” delle reti, l’82% dei rispondenti dichiara che la loro aggregazione è nata per formalizzare una rete di relazioni già preesistenti. Globalmente il 61% degli intervistati veneti dichiara che la rete ha raggiunto i propri obiettivi e il 53% che è profittevole; il 63% è molto soddisfatto della forza delle relazioni tra i membri. Ed entrando più nello specifico, il 62% conferma che la rete ha aumentato la forza competitiva dei propri membri e circa il 40% afferma di cogliere risultati di tipo economico, che vanno concretamente dall’aumento della quota di mercato della rete, alla crescita delle vendite e dei profitti.