Deciderà il Parlamento: il governo ancora diviso sulla riforma del meccanismo di stabilita’ europeo. Il Pd con il ministro dell’Economia Gualtieri a difendere l’accordo sul fondo salva stati, pronto a negoziare all’Eurogruppo per migliorare l’intesa, mentre il Movimento 5 stelle con Di Maio in testa, intenzionato a mantenere la posizione. E’ questo in sintesi l’esito del vertice tenutosi a palazzo Chigi e durato quasi 4 ore. Mandato al responsabile di via XX settembre per negoziare all’Eurogruppo del 4 dicembre secondo una logica complessiva, che comprenda delle modifiche sui punti sul tavolo. «Il governo affronterà il negoziato riguardante l’Unione Economica e Monetaria (completamento della riforma del Mes, strumento di bilancio per la competitività e la convergenza e definizione della road map sull’unione bancaria) seguendo una logica di “pacchetto”», hanno spiegato fonti di governo.
Anche nel vertice si sono fronteggiate le due tesi riguardo al Mes con il Pd che alla fine ha sottolineato come non si sia parlato di rinvio della firma dell’accordo e che a decidere poi sarà proprio il Parlamento. E nell’esecutivo si guarda proprio alla data in cui si pronunceranno le Camere. Visto che nel Movimento 5 stelle i gruppi parlamentari non sono propensi a dare il via libera al Mes che – ha spiegato lo stesso Renzi – «avvantaggia le banche tedesche».
Lo stesso Di Maio, uscendo da palazzo Chigi, ha ricordato l’appuntamento del 10 dicembre «quando il presidente del Consiglio verrà a riferire e il Parlamento dovrà approvare una risoluzione». In quell’occasione, se non si ricompatterà la maggioranza, c’è il rischio di una frattura tra Pd e M5s. Mentre Italia viva si è chiamata fuori, disertando l’incontro e spiegando che «si devono mettere d’accordo tra di loro». «C’è stato un confronto civile, costruttivo. E’ chiaro che ci sono opinioni diverse», ha riferito il ministro degli Esteri e capo delegazione dei pentastellati al governo. «Devono cambiare molte cose», la posizione M5s.
Nessuna luce verde al Mes, quindi. «Finché tutto il pacchetto di riforma non sarà chiaro è evidente che non si può chiudere nessun negoziato». Tra poche ore sarà il presidente del Consiglio a riferire della questione, prima alla Camera e poi al Senato. Con Salvini pronto ad attaccare il premier. La maggioranza intanto è alla ricerca di un’intesa anche sulle norme legate al dl fisco sull’inasprimento del carcere per i grandi evasori. Altra mina per la maggioranza la riforma della prescrizione che entrerà in vigore il 1 gennaio. Renzi è “tranchant”: «Condivido pienamente la proposta» dell’esponente di Forza Italia Costa che intende fermare la riforma, ha spiegato il leader di Italia viva, «con la prescrizione “mai” non è civile, tu hai diritto ad essere condannato alla fine dei tre gradi di giudizio».
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