Brand migliori nel mondo: Apple, Google e Amazon al top. Made in Italy, Gucci su tutti

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Big tech (ancora) regine dello studio sui cento Best Global Brands, i brand globali a maggiore valore economico stilata ormai da vent’anni dalla società di consulenza Interbrand. Apple, Google e Amazon conservano le prime posizioni. Le prime due sono invariate per il settimo anno consecutivo. A stupire è la performance di Jeff Bezos: il brand Amazon, la sua maxi-azienda che dall’ecommerce si è evoluta in una vera e propria fornitrice di servizi a 360°, cresce del 24%. Anche tra le new entry a dominare sono le aziende della rivoluzione digitale, con Uber e LinkedIn in veste di debuttanti: la prima si piazza in 87esima posizione con 5,714 miliardi di dollari di valore e LinkedIn al numero 98, con 4,836 miliardi. La performance di Facebook non è altrettanto positiva: il brand esce dalla top 10, scivolando di cinque posizioni: colpa, probabilmente dei ripetuti scandali legati alla privacy e al controllo dei contenuti sul social.

E l’Italia? Ferrari cresce del 12%, raggiungendo un valore di 6,458 miliardi di dollari e la posizione 77. Prada chiude la classifica con un valore di quasi 5 miliardi. «Pur risentendo di una performance finanziaria non particolarmente positiva, Prada rimane in classifica per la capacità di evolversi nel rispetto del suo dna», spiega Lidi Grimaldi, managing director dell’ufficio italiano di Interbrand. Tra le prestazioni eccellenti c’è anche quella di un altro brand del made in Italy, Gucci, al 33esimo posto con un valore di circa 16 miliardi di dollari: cresce del 23%, anche grazie a una strategia che vede la sostenibilità in primo piano e l’impegno a diventare il primo marchio del lusso carbon neutral. E proprio il lusso, per il secondo anno, è il settore che cresce più rapidamente e raggiunge oggi un valore aggregato complessivo di quasi 118 miliardi.

Commentando la classifica, Charles Trevail, ceo di Interbrand, ha spronato i brand a puntare sulla velocità, per anticipare le scelte dei consumatori: «In un mondo in cui le aspettative dei clienti continueranno a crescere a una velocità superiore a quella delle aziende, sarà necessario fare mosse coraggiose, in grado di cambiare il contesto competitivo e catturando così l’immaginazione delle persone».

Francesca Gambarini, Corriere.it