Alzheimer, come prevenirlo e rallentarlo? Arrivano le “istruzioni” degli esperti

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Da una regolare attività fisica a un’alimentazione ricca di sostanze antiossidanti, da attività sociali e cognitive fino ad apprendere nuove lingue o a suonare uno strumento musicale. Queste sono alcune delle strategie da seguire per prevenire o rallentare l’insorgenza dell’Alzheimer. A elencarle sono stati gli esperti della Società italiana di neurologia (Sin) in una nota diffusa in occasione della Giornata Mondiale della Malattia di Alzheimer che si celebra oggi. Nel mondo la malattia di Alzheimer colpisce circa 40 milioni di persone e solo in Italia ci sono circa un milione di casi, per la maggior parte over 60. Oltre gli 80 anni, la patologia colpisce 1 anziano su 4. Questi numeri sono destinati a crescere drammaticamente a causa del progressivo aumento della durata della vita, soprattutto nei paesi in via di sviluppo: si stima un raddoppio dei casi ogni 20 anni. “Oggi l’unico vero strumento per contrastare la malattia di Alzheimer – dice la Sin – rimane la prevenzione, prima di tutto attraverso la riduzione dei fattori di rischio per le patologie vascolari quali ipertensione, diabete, obesità, fumo, scarsa attività fisica che si è visto contribuiscono anche ad aumentare le possibilità di sviluppare la Malattia di Alzheimer. Come? Attraverso uno stile di vita sano che contempli regolare attività fisica e un’alimentazione ricca di sostanze antiossidanti come la dieta mediterranea. Dati recenti indicano una tendenza alla riduzione dell’incidenza della malattia nei paesi industrializzati, proprio per il maggiore controllo dei fattori di rischio vascolare. “Inoltre, anche le attività sociali e cognitive – spiegano i neurologi – possono aiutare a ridurre e ritardare la patologia, perché stimolano il cervello e favoriscono la continua creazione di nuove connessioni cerebrali in grado di contrastare gli effetti del danno di alcuni circuiti cerebrali. Per questo è consigliato l’impegno in attività stimolanti per la mente, come imparare nuove lingue, a suonare uno strumento musicale, essere impegnati in un lavoro o in passatempo stimolante, come possibile strategia per ritardare la comparsa di demenza in soggetti con iniziale declino cognitivo”.