E il presidente, dopo la decisione dei giudici, ha subito esultato: “”Grande vittoria alla corte suprema degli Stati Uniti per la frontiera sulla questione dell’asilo”.
La nuova regola emessa nel luglio scorso e che ha visto l’opposizione delle associazioni per i diritti civili restringe la possibilità alle persone che arrivano negli Stati Uniti attraversando il confine meridionale di chiedere asilo negli Usa. In pratica, secondo la norma, possono farlo soltanto se l’hanno già richiesto in un Paese terzo che hanno attraversato durante il viaggio e che gliel’ha negato. Di fatto, quindi, la norma obbligherà chi vuole arrivare negli Stati Uniti a chiedere asilo in uno dei Paesi attraversati durante il viaggio; potranno rivolgersi direttamente agli Stati Uniti soltanto le persone che si trovano già in Messico o quelle che arrivano via aereo. I migranti che forniranno prove di essere perseguitati nel loro Paese d’origine potranno ottenere uno status che garantisce loro di non essere deportati ma non di ottenere i vantaggi e le protezioni dell’asilo.
“Ancora una volta il potere esecutivo ha fatto una legge che cerca di sovvertire una prassi di lunga data per i rifugiati che cercano di fuggire dalle persecuzioni”, si è lamentata la giudice Sotomayor nel suo atto con cui si è dichiarata contraria alla decisione.
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