L’indagine – spiega il Dipartimento di Giustizia in una nota – punta ad accertare in che modo le maggiori piattaforme tecnologiche hanno raggiunto l’attuale forza di mercato, se hanno attuato o meno pratiche per ridurre la concorrenza, ostacolare l’innovazione e in generale politiche a danno dei consumatori.
L’obiettivo – aggiungono le autorità statunitensi – è una valutazione del mercato online per assicurare che gli americani abbiano accesso a mercati in cui le aziende competono sulla base dei meriti e dei servizi offerti. Se fossero accertate violazioni, il dipartimento chiederà le appropriate correzioni.
L’iniziativa segnala l’interesse delle autorità per un settore che, è l’accusa di molti, si è finora fatto le proprie regole su misura. Un settore che è accusato di essere un far west. L’inchiesta mostra infatti come dopo anni senza agire Washington voglia ora farsi sentire: una voglia emersa chiaramente di recente con Libra, la criptovaluta di Facebook. L’annuncio della società di Mark Zuckerberg ha scatenato una serie di reazioni violente, compresa quella del presidente Donald Trump, riaccendendo l’attenzione sui giganti dell’hi-tech.
La posta in gioco per i grandi del settore è alta. Per Amazon lo è viste le difficoltà incontrate con l’amministrazione Trump, dato lo scetticismo del presidente contro Jeff Bezos, il patron di Amazon ma anche del ‘nemico’ Washington Post. Per Apple alle prese con i dazi e una nuova vita dopo l’iPhone, l’inchiesta rischia di rappresentare una distrazione. Lo stesso per Google. Per Facebook infine la partita è ancora più complicata viste le critiche per il ruolo giocato nelle elezioni del 2016, per le violazioni della privacy e ora per Libra.