Terroni caput mundi / Quel lapsus di Maria De Filippi che offese Siracusa

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(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud) Oggi desidero dare spazio ai lettori. Da Milano mi ha scritto il signor Fausto Florio, nativo di Siracusa: per prima cosa lo ringrazio per il suo apprezzamento, dice che è entusiasta per la linea meridionalista del giornale e stima le rievocazioni che ogni tanto mi concedo in questa rubrica… Poi «Caro Lanza perché non ricorda la gaffe di Maria De Filippi su noi terroni, un bel pò di tempo fa?…» Sinceramente non ricordavo. Premetto che ‘C’è Posta per Te’ è un programma fondamentale di Canale 5 da innumerevoli anni, grazie al talento di Maria. Con una collana di successi, come riconosce anche il lettore Florio. Credo che l’episodio sia questo: Maria si stava occupando di due ragazze, Denise e Deborah con una storia d’amore da raccontare e un rapporto impervio con i genitori. Maria parla con la mamma di una delle due ragazze e chiede se il chiacchiericcio da paese abbia aggravato le cose. Il “paese” tuttavia è Siracusa e non solo i siracusani, ma molti siciliani (certamente anche Florio!) si arrabbiano. Ma come, Siracusa può essere definita un paesotto dominato da volgarissimi pettegolezzi?

A SIRACUSA CHIACCHIERE DI PAESE? UNA SCABROSA STORIA D’AMORE…
C’è chi scrive «Chiamiamola gaffe, défaillance o semplicemente modo di esprimersi verso la sua ospite per cercare di farsi comprendere al meglio?» Fatto sta che tantissimi telespettatori si sono arrabbiati con Maria De Filippi. Cerchiamo di contestualizzarebene quanto è accaduto. La storia in questione riguardavala relazione sentimentale tra due ragazze, Denise e Deborah: una love story come sipuò immaginaremolto combattuta per svariati motivi. Ed ecco che, mentre parlacon la mamma suaospite, percercare difarla aprire e tirar fuori le sue ansie, Maria lechiede seil motivoprincipale fosse il fatto che “in paese si chiacchiera”. E sul web fioccano subitoproteste edisappunto.Perdinci, Siracusa è una“una città di altoprestigio,con unastoriaculturale eartistica divalore riconosciuti anche a livello mondiale”.

E TUTTO SI CONCLUDE IN BELLEZZA CON L’IMMANCABILE LIETO FINE
Cosa concludere? Spero di aver accontentato i lettori meridionali. Siracusa non è intaccabile da un piccolo lapsus. Quanto a Denise e Deborah non solo si sono riappacificate in famiglia, ma si sono anche sposate.

UN LETTORE SCRIVE «RICORDATEVI DI BORGNINE, UN FIGLIO DI ITALIANI»
Un altro lettore mi ha scritto per esprimere il suopiacere nel leggere il racconto delle radici meridionali di alcuni divi di Hollywood. «Vorrei però segnalarvi – dice -un grande attore, che non è famoso come Frank Sinatra, ma ha sangue meridionale: i suoi avi non sono nonni e bisnonni, lui è figlio di italiani!» Il lettore si chiama Salvatore Cuomo, di Napoli: l’attore è Ernest Borgnine. Salvatore mi chiede un approfondimento… Detto, fatto. Ernest Borgnine, nome d’arte di Ermes Effron Borgnino, nasce il 24 gennaio 1917 ad Hamden (Connecticut, USA) da una coppia italiana: il padre, Camillo Borgnino, era di origini piemontesi, la madre, Anna Boselli, era di origine pugliese. Trascorre l’infanzia in Italia, poi torna negli Usa dove studia a New Heaven; a 18 anni si arruola nella Marina militareesene congedaallafinedella guerra. Sollecitato dalla madre, Borgnine intraprende gli studi di arte drammatica e inizia a recitare con una compagnia teatrale in Virginia; lavora quindi in televisione, per approdare infine al cinema nel1951. Ottiene ilsuo primo successo cinematografico interpretando il personaggio di un violento sergente, nel film From here to eternity (Da qui all’eternità, 1953, con Burt Lancaster). Borgnine si specializza nella parte del “cattivo” con i ruoli interpretati in Vera Cruz (1954) e in Violent Saturday (Giorno Maledetto ‘54).

SPECIALIZZATO NEI RUOLI DI DURO PERÒ CON MARTY VINCE L’OSCAR
La versatilità e il fisico gli permettono di ribaltare il ruolo del “villain”e dipresentarsi neipanni di unmacellaio goffoe innamora
to in Marty (Marty, vita di un timido, 1955) di Delbert Mann. La prima volta da protagonista di Borgnine èper il pubblicouna rivelazione eper la criticauna sorpresa: l’attore vince un Oscar come migliore protagonista e un “Academy Award”quale miglioreattore. Nel 1961 gira in Italia tre film: Il giudizio universale, Il re di Poggioreale e I briganti italiani, in cui lavora a fianco di attori celebri, Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Sergio Tofano, Silvana Mangano, Paolo Stoppa.

PETROSINO E LA SPORCA DOZZINA MUOREA 95 ANNI A BEVERLY HILLS
Fra le sue cose migliori vanno ricordati ancora l’eccellente ritratto del poliziotto Petrosino nella sua impari lotta controla mafia in Pay Or Die (Pagare o Morire, 1960), le incisive caratterizzazioni di Flight of the Phoenix (Il volo della Fenice, 1964) e di The Dirty Dozen (Quella sporca dozzina, 1967, di Robert Aldrich, con Lee Marvin e Charles Bronson), nonché di The Wild Bunch (Il mucchio selvaggio, 1969). Borgnine, che viveva a Beverly Hills, California, insieme alla moglie Tova, si è spento all’età di 95 anni l’8 luglio 2012.