Terroni caput mundi / Anche De Niro ha sangue meridionale, molisano per l’esattezza

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Il divo di Hollywood ha promesso di tornare a Ferrazzano in provincia di Campobasso

DE NIRO,CITTADINO ITALIANO DAL MOLISE AI TRIONFI AMERICANI
(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud) Ed eccomi ad un’altra popolarissima star del cinema, un grande divo di Hollywood: Robert Anthony De Niro (New York, 17 agosto 1943). Attore, regista e produttore statunitense, di origine italiana. Il 18 ottobre 2006 ha ricevuto la cittadinanza italiana e il passaporto dal sindaco di Roma Walter Veltroni. Ed è iscritto alle liste elettorali della sua regione d’origine, il Molise. E’ stato anche nominato Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana su “Iniziativa del Presidente della Repubblica”.

A FERRAZZANO DI CAMPOBASSO I BISNONNI SI CHIAMAVANO DI NIRO
Il Molise è una terra di emigranti. Questa piccola regione ha assistito e continua ad assistere al fenomeno dello spopolamento, più rapido e consistente nel passato, silente ma costante nei tempi odierni. Cambiano i protagonisti, le generazioni e i luoghi di approdo, ma la motivazione è sempre la stessa: la ricerca di una condizione di vita migliore. Così, alla fine del XIX secolo, una coppia di molisani– Giovanni Di Niro e Angiolina Mercurio – ha attraversato l’Atlantico per approdare negli Stati Uniti. Il paese molisano da cui erano partiti è Ferrazzano, un comune in provincia di Campobasso, che oggi contapoco più di 3000 abitanti. Arrivati in terra americana, il cognome da Di Niro venne cambiato in De Niro. Non si conosce con certezza il motivo, ma quella del cambiamento dei nomi era una procedura consueta per molti immigrati, una volta giunti nella terra a stelle e strisce. Una cosa è certa: quei due molisani erano i bisnonni di Robert De Niro.

IL VIDEOSALUTO ALLA COMUNITÀ CON LA PROMESSA DI TORNARE
Nonostante le sue radici multietniche, De Niro ha rappresentat osempre il mito dell’italoamericano. Poco si sa, invece, del suo legame con la terra molisana, visitata un paio di volte tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. In un post interessante viene raccontato come sia nata l’idea di fare ricerche legate all’albero genealogico dell’attore. E quale sia stato il lavoro svolto dall’Associazione “The Fan” di Ferrazzano che per anni ha dedicato all’attore una rassegna cinematografica e, soprattutto, la parte più poetica, vale a dire il ruolo centrale giocato dalla preziosa memoria storica del paese rappresentata dagli anziani. Qualche tempo fa, De Niro ha inviato un video saluto alla comunità di Ferrazzano con la promessa di tornare in Molise. Se questo sia fattibile o meno non si sa,ma sognare in fondo è un’abitudine degli appassionati del cinema.

CANDIDATO 7 VOLTE ALL’OSCAR HA VINTO CON TORO SCATENATO
Attore prolifico e versatile, De Niro è considerato uno dei maggiori attori di Hollywood, soprattutto per l’importante produzione a cavallo tra gli anni settanta e gli anni novanta del secolo scorso, in cui ebbe modo di lavorare con celebri erinomati registi (tra cui Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Elia Kazan, Michael Cimino, Bernardo Bertolucci, Brian De Palma, Quentin Tarantino, Michael Mann e Sergio Leone),in film quasi sempre di enorme successo. È stato candidato per sette volte al Premio Oscar vincendolo in due occasioni: nel 1975 come miglior attore non protagonistanel ruolo del giovane capo mafia Don Vito Corleone ne Il padrino-Parte II; e nel 1981 come miglior attore protagonista per aver interpretato il pugile Jake LaMotta nel film Toro scatenato. Di particolare successo è stata la collaborazione con l’amico Scorsese, che lo ha diretto per otto volte: con lui ha instaurato uno dei più celebri e importanti sodalizi della storia del cinema.

GANGSTER E ANCHE COMMEDIANTE IL PADRINO E TI PRESENTO I MIEI
Nel suo ricco repertorio spiccano i ruoli dagangster: il già citato don Vito Corleone ne Il padrino – Parte II, David Noodles Aaronson in C’era una volta in America, Jimmy Conway in Quei bravi ragazzi, Sam Asso Rothstein in Casinò e Al Capone in The Untouchables – Gli intoccabili. Ma fin dagli esordi si è anche dimostrato incline alla commedia, alternando la produzione drammatica con quella più comica (si ricordino Re per una notte e Brazil), aumentando considerevolmente le sue interpretazioni in ruoli più leggeri dalla fine degli anni novanta specie con le serie di Terapia e pallottole e Ti presento i miei.

UN PERFEZIONISTA MANIACALE NEI RUOLI BRILLANTI O PERVERSI
Perfezionista e noto per la maniacale preparazione e documentazione sui personaggi che si accinge a interpretare, De Niro ha dato corpo ad alcuni tra i più noti, travagliati e complessi personaggi portati sullo schermo: l’inquietante Travis in Taxi Driver, l’operaio trapiantato negli orrori della guerra, Mike in Il cacciatore, l’autodistruttivo pugile Jake LaMotta in Toro scatenato, l’uomo affetto da catatonia in Risvegli, lo psicopatico Max Cady in Cape Fear, lo spietato ma malinconico rapinatore Neil in Heat – La sfida. Anche il suo Frankenstein, nella pellicola di Kenneth Branagh, spicca per umanità e compassione e si ritaglia un ruolo particolare nel genere, così come è da ricordare il suo Satana in Angel Heart – Ascensore per l’inferno, dove evidenzia le sue innate doti istrioniche.