Da boutique a marchio del fashion. Fatturato di 40 milioni di euro, l’86% all’estero. Sandro Ferrone cavalca l’onda

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Cavalcare l’onda come fanno le tavole da surf: nella moda funziona. Era il 1989 quando Sandro Ferrone, cavaliere del lavoro, ha aperto la sua prima boutique con il marchio che avrebbe contribuito a fare parte della storia del fashion made in Italy. Oggi il gruppo registra un fatturato di 40 milioni di euro, con 9 monomarca aziendali, 6 all’estero, più 88 in franchising e 4 presenze negli outlet. L’86% del giro d’affari è all’estero, con quasi 2 milioni di capi prodotti.
Tutto parte dalla romana via Nazionale, e a distanza di trent’anni il brand conquista ancora le donne della capitale, e non solo. «In un momento storico in cui i negozi registrano dei significativi cali nelle proprie vendite», spiega Ferrone, «è importante dare un segnale di resistenza a questa economia, e a questa città cui siamo profondamente legati. Affrontiamo quotidianamente una battaglia perché il nostro prodotto deve rappresentare la qualità e l’eccellenza, non senza difficoltà, in un mondo fatto di grandi catene distributive: il nostro brand si distingue per eleganza e unicità».

Si chiama fast fashion, è il suo cavallo di battaglia: a 83 anni, oggi ha dato vita a una collezione da lui stesso realizzata ad hoc, in collaborazione con il suo head-designer Giuseppe Testa, che ha un fil rouge, declinato in materiali, modelli e fantasie diverse. «Si tratta del corallo, è il colore della gioia, dell’estate, della spensieratezza, ma anche della sensualità: per questo vogliamo colorare gli armadi di tutte le ragazze e le donne per questa nuova stagione».

Anche il cinema ha regalato soddisfazioni alla storia aziendale della famiglia: «La vestaglietta che Sophia Loren indossava nel film La Ciociara, nella drammatica scena della violenza, era stata realizzata dalla Lcf, Le Confezioni di Ferrone, mio padre. Quella vestaglietta, che era stata pagata poche centinaia di lire, mi ha ispirato tutta la vita. I miei primi abitini da donna erano così: modelli facili, femminili, di jersey stampato a disegni floreali, molto sensuali».

A ItaliaOggi Ferrone spiega quali sono le strategie di marketing del suo marchio: «Credo nel retail. Per sviluppare il marchio e posizionarlo hight level è importante controllare la distribuzione e il modo migliore per essere riconosciuti come tali è il negozio monobrand: aumenta la visibilità, la vendita del prodotto e la conoscenza del nome». E così, ecco una serie di strategie di marketing per favorirne la crescita: «Contratti personalizzati che prevedono, a seconda delle “piazze” in apertura, conto vendita, reso dell’eccedenza di magazzino o scontistica sull’invenduto sono al vaglio dei nostri direttori commerciali, per valutare i piani economici e studiarne di personalizzati per i possibili franchisee. Al nord Italia nelle grandi strutture multibrand l’apertura di corner è favorita da accordi personalizzati con i partner. Un altro enorme fattore di crescita per il fatturato aziendale è la vendita online. Quest’anno i nostri maggiori investimenti saranno rivolti all’e-commerce».

L’azienda ha infatti deciso di affidarsi a una società di digital marketing per implementare e organizzare al meglio tutta l’attività di social media: le influencer giocheranno una parte fondamentale in questo sviluppo. E come si fa ad anticipare le tendenze e prevenire le mosse dei mercati? «Il successo del nostro marchio non è tanto anticipare ma cavalcare l’onda come fanno le tavole da surf.», conclude Ferrone. «Trovare quella giusta, sapere quando monterà, guidarla e scendere senza essere buttati a terra è l’esatta metafora del nostro marchio. Non vogliamo apparire come chi crea ma come chi, al momento e al prezzo giusto, interpreta le tendenze e i desideri di ogni donna».

Gianfranco Ferroni, ItaliaOggi