Un tour nel Paese europeo più ostile cominciato con un interessante scambio di cortesie. Una Annegret Kramp-Karrenbauer in tenuta hipster ha accolto Mark Zuckerberg ieri a Berlino con degli enormi sneakers bianchi. Lui ha dismesso la tenuta da eterno studente e si è presentato alla leader della Cdu in giacca e cravatta. Ma le attenzioni reciproche non sono servite a superare gli enormi ostacoli nel dialogo tra il fondatore di Facebook e la Germania. La charming offensive di Zuckerberg in Europa è cominciata malissimo.
Il fondatore del social media più potente del mondo è arrivato nel fine settimana, inseguito dalle polemiche americane sulla sua proposta di una regolamentazione globale per il web. Alla favola di un Zuckerberg diventato un paladino della difesa della privacy e della decenza in rete non sembra crederci nessuno, tanto meno dopo che le voci a favore di uno spezzatino dei giganti del web si moltiplicano e sono portate avanti da politici influenti come la senatrice democratica e candidata alle primarie Elisabeth Warren. L’investitore di Facebook e feroce critico di Zuckerberg, Roger McNamee, ha definito la proposta del fondatore “un monumento alla bugia”.
Lunedì Zuckerberg ha incontrato Kramp-Karrenbauer e la ministra della Giustizia, Katarina Barley. E a giudicare dalle dichiarazioni della politica della Spd, il faccia a faccia con Barley è stato un disastro. L’idea che i governi debbano regolamentare il web è stata respinta al mittente: “Facebook ha già avuto ogni possibilità di garantire la massima tutela dei dati per i suoi utenti a prescindere da un’eventuale intervento statale”, ha dichiarato la Spitzenkandidat della Spd alle europee, aggiungendo, polemica, che “non passa un mese che non ci sia un nuovo scandalo che riguardi la sicurezza”.
Tonia Mastrobuoni, La Stampa